Highway to Hell – AC\DC

Il ritmo indiavolato degli AC/DC continua anche con il settimo lavoro (considerando pure il live If You Want Blood You’ve Got It), e stavolta il numero 7 porta bene. Highway to Hell, grazie al successo dell’indiscutibile rock ironico e tagliente della title-track, finalmente sbanca il lunario non solo in Australia ma in tutto il mondo, specialmente negli States, patria dell’hard-rock.

Highway to Hell - AC DCPer l’occasione i fratelli Young decidono un cambio di produzione e chiamano il genio “Mutt” Lange, produttore britannico di orbita pop-rock, che lima appena il sound complessivo, smorzando le parti ruvide più estreme presenti nei precedenti lavori. Ad ogni modo il disco risulta granitico da spaccare le casse: un hard rock indiavolato!!!
I toni rimangono estremamente sarcastici ed intelligenti verso tematiche sataniche o per così dire spirituali, tuttavia i creduloni europei non colgono la sottigliezza e bollano la band come indistiguibili fomentatori del diavolo. Bon Scott è il grande front man di una band compatta, coesa e piena di spirito; un personaggio decisamente sopra le riga, nel quale il mito del rock ‘n’ roll è veramente vissuto e non solo mitizzato. Un disco che incarna proprio quest’anima dannata ma tutt’altro che pericolosa, non ci sono elegie dedicate al demonio o ai vizi più lussureggianti, con l’intento di spaventare o sedurre, anzi semmai l’intento è di scimmiottare una serietà fin troppo borghese e perbenista. Non un disco nero o diabolico, bensì frizzante, energico, insomma positivo alla maniera “australiana”. Immaginatevi gli AC/DC come degli angeli dalla faccia sporca.

La genialità musicale è palese in Highway to Hell che apre il disco con uno dei riff più orecchiabili del genere hard: «Hey Satan, payed my dues, playing in a rocking band» qui, almeno un sorriso sagace ci scappa. Le rassicurazioni arrivano presto se avete avuto presagi di pensieri viziati: «Hey Momma, look at me, I’m on my way to the promised land». Bon Scott rievoca una famosa superstrada di Perth (l’autostrada infernale), la Canning Highway percorsa ad alta velocità nell’ora di punta: tappa obbligata per raggiungere il suo pub preferito. Questo è uno dei personaggi più istrionici della storia dell’hard. Non ha bisogno di altre presentazioni, il brano è una pietra miliare di valore assoluto. Da inchinarsi religiosamente durante l’ascolto, scuotendo la testa a ritmo degli assoli impazziti di Angus Young e della sua SG “indiavolata”.

Girls got Rhythm come Shot down in Flames presentano lo stesso suono famigliare ai fans: la voce gracchiante e passionale di Scott, supportata dalle scorribande sonore dei fratelli Young e dal basso puntuale di Cliff Williams.
Touch too much mostra una vena lievemente più orecchiabile, nel quale la trama di basso è la base portante di un brano meno hard e più emblematico rispetto agli standard della band. Mentre, una sorta di hard-blues-rock fa capolino con la funambolica Beating around the Bush.

Degna di nota è infine la traccia di chiusura di Highway to Hell, Night Prowler, non tanto per il rock lento, slacciato e viscido, quanto per i riferimenti celati nel testo, nel quale si canta di uno sconosciuto che s’intrufola nella camera di una ragazzina: «And Someone walks across your grave / And you wish the sun would shine / Cause No one’s gonna warn you / And no one’s gonna yell ‘Attack’». I toni del brano sono lugubri ed intrisi di tensione; tuttavia monta la polemica nell’estate del 1985, durante l’arresto di Richard Ramirez, alias Night Stalker, stupratore e assassino seriale attivo a Los Angeles: il suo modus operandi richiama la canzone degli AC/DC,  di cui si dichiara un grande fan. Ovviamente la musica qua non c’entra e nemmeno la band, ma andatelo voi a spiegare ai fomentatori di pettegolezzi sgradevoli e facili analogie!

Highway to Hell (1979) esce con una cover art semplice ma sibillina. Decisamente più decò è l’edizione australiana che vede la stessa foto della band ma attorniata dalle fiamme e dalla tastiera di chitarra che funge da autostrada infuocata. Ad ogni modo è l’album dei record: 7 dischi di platino in USA. Il sette non ha mai portato tanto bene … alla faccia dei satanisti o presunti tali !!!

recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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