Go Girl Crazy! – The Dictators

«Avevamo passato l’estate ad ascoltare questo disco intitolato Go Girl Crazy! di un gruppo sconosciuto, i Dictators, che ci cambiò letteralmente la vita».

Leggenda narra che Legs McNeil nell’estate del 1975 ascoltando questo disco, ebbe l’idea per la rivista-fanzine Punk, con tutte le conseguenze che ne derivarono.
Quindi basterebbe solo questo per decretare con Go Girl Crazy!  una grande svolta musicale, che a metà degli anni settanta sentiva la stanchezza di un glam decapitato dei suoi maggiori esponenti e parallelamente non era ancora del tutto pronta all’ondata punk che di li a qualche anno avrebbe invaso N.Y. e poi Londra.

Go Girl Crazy - The DictatorsI Dictators stanno in mezzo, non solo tra queste due epoche, ma anche come stile proposto; e nessuno meglio di Handsome Dick Manitoba incarna l’ambivalenza di uno squinternato pazzo con una giacca cosparsa di glitter ed un atteggiamento da vero teppista. Una band venuta dal Bronx e che arrivò alla ribalta nel 1974, quando paradossalmente tutto era finito o comunque era in uno stallo pesante, e che poco aveva di che spartire con il carrozzone glam.
Go Girl Crazy è un disco sghembo per alcuni o non perfettamente completo, anche a detta di Andy Shernoff, “mente” dei Dictators: «C’era lo spirito, ma il sound non era quello giusto. Certo andava preso con un po’ di senso dell’umorismo, ma allo stesso tempo non voleva essere affatto totalmente scherzoso, ed invece fu proprio così che venne interpretato».
La chiave di lettura sta proprio qui: un atteggiamento irriverente, Handsome Dick su tutti, che porta a fuorviare l’ascoltatore, portandolo nella strada della banalità piuttosto che su quella della provocazione. Certo, in brani come The Next Big Thing è difficile dare torto a tale impressione; un rock sporco di ispirazione Stooges ma suonato come  avrebbero fatto gli MC5, il tutto davvero pregevole, tirato, potente. Similmente fa il riff etereo di I Got you Babe, altra consistente prova che può essere cugina di un punk embrionale e deforme.

Le parole di Shernoff sono limpidissime quando si ascolta il pezzo più azzardato del disco, Back to Africa, un rock puntellato di funk e reggae accompagnato da una sorta di ritmo tribale che mal si fonde con il rock granitico della band. Meglio Teengenerate, prova assolutamente originale e pezzo pregiato del disco assieme alla cover California Sun (migliore persino di quella dei Ramones!). Avanzi di glam per Two Tub Man, ancora commestibili; mentre i ritmi si fanno rilassati per Weekend un pop-rock leggero e piacevole. Bubblegum puro con la nota di chiusura di (I live for) Cars and Girls, nel quale si celebra uno dei tanti clichè maschili per eccellenza.

Il carattere ed il carisma di Handsome Dick è trasbordante e trasforma le registrazioni del disco in un caos colossale: «… ricordo di aver staccato un estintore dal muro, di aver spruzzato di schiuma tutta la consolle di registrazione e quasi rovinato il nastro». Tralasciando le risse nelle più disparate feste o nei vari locali; spesso tutto finiva con sbronze memorabili, ma in un caso le vicende si misero male. Specialmente se come antagonista di Manitoba c’era un certo (Wayne) Jayne County, una delle più famose drag-queen. L’episodio accadde al C.B.G.B.’s durante l’esibizione della band di County, sotto una pioggia di provocazioni scherzose di Manitoba, mal interpretate dalla drag-queen: morale della favola, rissa incredibile e Manitoba finisce all’ospedale con una clavicola fratturata.

Un episodio che per motivi diversi mina la credibilità di entrambi artisti (anche se fa molta pubblicità!) e segna in qualche modo la morte artistica del Max’s Kansas City tempio del glam, e “casa” di Jayne County.
Per quanto riguarda i Dictators nonostante il successo qualche anno dopo  della cover Search & Destroy, cadono colpevolmente nel dimenticatoio e spariscono dalla scena.
A maggior ragione, oggi sarebbe il caso di rivalutare un capolavoro come Go Girl Crazy!, anche per rammentare a certi stronzetti punk di nuova generazione, le vere origini di quello che McNeil chiamò Punk!!!

recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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