Ghost Friends – Altierjinga Lepers

Altierjinga Lepers - Ghost Friends frontMondo Lepers. Ok, dovete fare mente locale ed immaginare ad un microcosmo di rumore, sperimentazione, follia e  … boh quello che volete, il tutto di stanza a Bari e diffuso via web in ogni centimetro libero dal tricolore (una Nuova Frisco per dei nuovi beatnik!). Ora mettere insieme alcuni dei nomi più influenti per l’etichetta (che abbiamo oramai imparato a conoscere): Alexander de Large, Benny the Bungler, Frogwomen, Pete Jones, Superfreak, tutti nella stessa porzione monodose. Se fin qui non avete trovato ostacoli alla vostra immaginazione potete allora comprendere come questo disco possa diventare un cimelio da collezione: Altierijnga Lepers è lo stampo per il pongo colorato ed appiccicoso, è l’unione che fa la forza ma anche no, è una collaborazione lasciva per la retorica che poltrisce sul divano. E Ghost Friends è la costola di Adamo per creare Eva …

Funk to Funky, citando una famosa canzone d’altritempi, ma non solo. Se conoscete i lavori di Superfreak e Frogwomen ci ritroverete la stessa singhiozzante follia, costruita con mattoni deframmentati, riciclati secondo il vangelo Lepers, nel quale l’imprevedibilità e la provocazione musicale è sempre in primo piano. Come non farsi sedurre dal ritmo di tascabile di Awesome Homeless Man, un blues rivisitato con ingredienti improbabili (dalla no-wave più istintiva, ai timbri psichedelici anni ’70), vedasi la backing vocals meccanica e ionizzata da una deità superiore.
Titoli sempre “maccheronici”, che farebbe rabbrividire una qualsiasi major: Gigi ‘s Funky è materia organica vivente, straripante di miscellanous, dai ritmi veloci di un quasi-punk, alle chitarre umorali che raddrizzano e cambiano tempo, al basso che inverte la rotta sul più bello, il tutto immerso in un onomatopeica monosillabica che trascrive un nuove codice comunicativo.

Ilarità take-away in Pasta al formaggio (un messaggio per chi soffre intolleranze alimentari); mentre appare come un uscita di strada senza cicatrici garage anni settanta, We love the druids: punti di forza per un disco dalle tonalità vintage, masticata e poi sputata. La title-track rivive di un insolita maturità e misura, e come dopo un richiamo a scuola, si rimette in riga e propone un sognante, malinconico indie-rock splendente e brillante, quasi un amarcord sincero dagli echi brillanti e crepuscolari: come se fossimo spettatori di qualcosa che difficilmente non si ripetarà mai più! Le collaborazioni vanno e vengono e per ogni bella donna c’è sempre un uomo stanco di scoparsela: stesso ragionamento vale per la musica … Chiudo con petulare di un motivetto nostalgico che continua a rigirarmi in testa: una dedica al “centro dell’Universo”, Bari is a place for minutes, la ninnananna perfetta!
Un disco per le celebrazioni, per le feste d’addio e per i compleanni …  

 Altierjinga Lepers myspace
Lepers Produtcion sito ufficiale

 

recensito da Poisonheart
 Poisonheart hearofglass

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