Fresh Fruit for Rotting Vegetables – Dead Kennedys

I Dead Kennedys, in tutto lo scenario punk hardcore e non solo, sono stati la band più lucida e altrettanto spietata nel compiere una massiccia sollevazione e rivolta giovanile. L’intento primario, sottolineato in liriche ciniche e gelide, era di demolire e violentare una società americana manesca e corrota, dissacrandone i falsi miti del sogno nazionale, mettendo alla berlina i simboli di potere, senza compromessi. Un modo di combattere aggressivo e non solo musicale, con Jello Biafra personaggio irriverente, sadico ma sorprendentemente acuto ed un intelligente provocatore, attivo anche in campo giornalistico, poetico e persino politico (ottenne quasi 7000 voti per la poltrona di sindaco di San Francisco). Una delle figure centrali del movimento hardcore californiano, e una band, baluardo coraggioso di una rivolta giovanile vera e con ideali concreti, che ad oggi dovrebbe far tremare di vergogna i cosiddetti no-global o spiriti affini.

Fresh Fruit for Rotting Vegetables - Dead KennedysI Dead Kennedys si formano nel 1978 dal chitarrista East Bay Ray e da Jello Biafra, con cui condivideva una passione per il punk inglese marchiato Damned e Sex Pistols, si fanno notare per l’aggressività dei testi rivolti spesso a tematiche sociali. Parallelamente all’attività della band (completati da Klaus Flouride e dal batterista noto come Ted), i due fondano l’etichetta Alternative Tentacles che negli anni ’80 fungerà da trampolino di lancio per molte band di San Francisco.
Il 1980 è l’anno del capolavoro Fresh Fruit for Rotting Vegetables, dalle sonorità spigolose ed avvolgenti che strizzano l’occhio al punk britannico. Un lavoro sostanzialmente maturo nonostante sia l’esordio.
Le liriche acide e controcorrente di Biafra affrontano temi vicini (come la situazione di San Francisco negli anni ’80) sia temi di interesse internazionale (la povertà e l’oppressione, il Terzo Mondo, il pericolo atomico), con una genialità unica nel suo genere. Inno per eccellenza è il singolo datato 1979, California Über Alles, che fa il verso all’inno nazionale tedesco. Il nemico giurato di Jello Biafra è il governatore della California, Jerry Brown, definito un “hippie fascista che incarnava tutto ciò che di marcio c’era nella cosiddetta generazione baby-boom”. In maniera grottesca il Governatore viene rappresentato come un gerarca nazista intento a pronunciare il suo discorso alle masse: geniale la copertina del singolo edito dalla stessa Alternative Tentacles.

I versi di Biafra sono come bruciature di sigaretta, Kill the Poor che apre il disco ne è un esempio. La chiave di lettura suggerita porta alla distruzione che può causare una bomba al neutrone, mezzo, secondo il gruppo, usato dai ricchi per radere al suolo la “concorrenza”, ossia le poche cose della cosiddetta povera gente.
Un nichilismo socialmente utile e una capacità di evocare immagini crude ma efficaci per il fine che i Dead Kennedys si sono posti. Let’s Lynch the Landlord mette i brividi nei suoi scarni 2 minuti: «Turn the oven on, it smells like Dachau, yeah / Til the rain pours thru the ceiling».
La chiamata alle armi arriva con Forward to Death impossibile da tacere, con un lacerante «I don’t need this fucking world», una spinta propulsiva e sotto un certo aspetto propositiva, che nel punk del no-future ’77 sarebbe stata inconcepibile.

Dissacrante ed esplosiva è Chemical Warfare, in cui Biafra immagina di “sterminare” i membri altolocati di un country club. Le immagini sono nitide e semplici, tuttavia il loro impatto è devastante, complice un hardcore ben strutturato, potente alla batteria e variopinto alla chitarra. Il motivetto centrale da circo ritrae alla perfezione la maniacale visione del gruppo verso certe tematiche. Humor nero, in fondo.
Altra perla amara è Holiday in Cambodia un satirico confronto tra l’America di Reagan e la Cambogia di Pol Pot; apertamente critici con entrambi, i Dead Kennedys creano una musica densa di tensione, l’impressione è di stare nelle oscure foreste cambogiane, con chitarra e basso che dettano un tempo claustrofobico e raggelante.
Per capire bene questo disco è suffciente l’antitesi tra due geniali intuizioni contenute nel disco, I Kill the Children angusta canzone sui killer seriali tristemente famosi negli anni ’80 (di cui molti altri gruppi se ne occuperanno, dai Sonic Youth sino ai Butthole Surfers), e Viva Las Vegas, cover di un successo di Elvis Presley, in cui i Dead Kennedys si cimentano con un rockabilly malato e lacerante.

Buttate via tutti i vostri dischi da quattro soldi targati pop-punk fine anni ‘90: Fresh Fruit for Rotting Vegetables è la piccola bibbia di qualunque amante punk (non solo hardcore) che si rispetti.

recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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