Live Report: Emma Grace @Biber Public House (Pink Plugless Thursdays)

Birra, buona musica, impegno sociale: sono gli ingredienti di base del secondo giovedì con i Pink Plugless Thursdays al Biber Public House di Oderzo (TV). Così, dopo il caloroso folklore salentino di Chiara Patronella della settimana precedente, l’appuntamento di stasera vede protagonista una vecchia conoscenza dei giovedì acustici opitergini: Emma Grace. Già presente nell’edizione 2017 con il collettivo Cosmic Bloom, quest’anno calca il palco da solista presentando alcuni brani contenuti in Backgrounds (recensito su queste pagine), suo esordio in Pipapop Records, e naturalmente sostenendo il progetto Women Against Violence.

Emma Grace Pink Plugless Thursdays

Artista sensibile e poliedrica, Emma Grace nel suo girovagare si è sempre destreggiata tra violino, canto e chitarra, tessendo trame sonore empatiche, a tratti barocche, ma con evidenti richiami e rimandi al legame uomo-Natura. Simbiosi e fusioni melodiche evadono liberamente senza lasciare spazi tra una traccia e l’altra, tant’è che l’esibizione scivola via quasi senza pause e senza presentazioni: la musica è il flusso, la musica è un trasporto, il resto non conta.
Eppure, nonostante la calorosa ed amichevole accoglienza del pubblico del Biber Public House, traspare un’endemica e tenera timidezza, svelata appena da Emma, quasi in segreto, da una mimica estasiata verso le movenze del violino con cui inaugura il breve concerto. Timidezza, che via via muta in grande forza ed espressione artistica. Quei salendo senza respiro dello stridere dell’archetto, che poco dopo si trasformano in calando liberatori, giocano su di una dinamica che trova nella voce soffusa di Emma Grace, quel soffio, quella vibrazione naturale dell’anima. Difficile staccare gli occhi da questa danse ivre che trova in alcuni brani di Backgrounds (da cui mi sembra di scorgere la circolare The Call) il lieto sottofondo emozionale della serata. Un rapporto viscerale tra artista e violino che stranamente non nasce d’istinto, Emma Grace ci svela, nelle sparute pause tra un brano e l’altro, di averlo inizialmente odiato, preferendo in tenera età un più canonico pianoforte: amazes me the will of instinct!

Il successivo passaggio alla chitarra non altera la sostanza dell’esibizione, trovando nell’eleganza dell’arpeggio nuove forme di espressione, apprezzabili anche in uno degli ultimi brani composti, The Tree (il richiamo con Madre Natura persiste!). Il cantato fluttua in anfratti più lisci su cui scivolare, regalando passaggi molto intensi ed ottenendo consensi anche da parte di un pubblico che non lesina applausi ed incitamenti. L’ultima parte del set vede un fugace ritorno a violino e voce (un piccolo inedito per una location come quella di un pub, confessa Emma), sdoganando il concetto che vorrebbe la musica live acustica vivere di sola chitarra: è confermato così l’incipit della serata dei Pink Plugless, la celebrazione attraverso la melodia della forza d’animo e della determinazione femminile. In fondo, bastano piccole azioni, piccoli gesti per cambiare il corso delle abitudini e degli eventi, con la semplicità di una voce fioca e le vibrazioni degli archi è possibile colorare di tinte pastello una serata diversa, una serata migliore.

Ci si rivede giovedì prossimo. Intanto, continuiamo a sensibilizzarci!

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La Firma: Poisonheart

 

 

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