The Revolution of Species – Deluded by Lesbians

Le apparenze possono essere ingannevoli! Non farei come Red Ronnie (ormai ben poco Red!) che presentandoli all’ottimo LiveMI di Piazza Duomo, lì definì “simpatici e un po’ matti”. Io non metterei in discussione la sanità mentale dei Deluded by Lesbians, focoso trio nelle cui vene scorre ironia a cubetti e mica sangue reale o bluette.
Sputtanare quel gran mito del rock ‘n’ roll, quella commedia retorica del Johnny B. Goode che giocando con la sua chitarra sale dalla povertà e conquista lo stage e la fame, come un Everest luccicoso nel quale le groupie sono vestite con aderenti, pelosi body polari. Tornare a divertirsi, divertendo il pubblico: senza commuovere con false lacrime o senza veicolare sms politici o slang dall’ormai logoro risvolto sociale. Spazio dunque ad un rock ruvido e grumoso, uno stoner senza compromessi, che abbandona la sua divisa ufficiale perdendo quell’espressione scura e accigliata. Colori, demenzialità sceniche e sagacia allo stato puro: il pubblico deve tornarsene a casa con i crampi allo stomaco dalle risate e non con i timpani perforati dal noize!

Veleno per l’anima. Laura O’Clock, Federica Knox e Lara Brixen sono le “donne” dei nostri sogni, e agitano i loro strumenti (per dio speriamo solo quelli!) con energia, vigore ed un non-indifferente tocco di eleganza. The Revolution of Species è il lucido fotogramma delle migliaia di generazioni X vestite in flanella; l’apparire, la presenza scenica, la provocazione sono espedienti per attirare, per far parlare di sè, per essere distinti e distinguibili dal resto del marasma musicale: un bello strike tra i mille birilli della concretezza! E come ci riescono i nostri? Beh, per esemplifare, prendete la stessa ironia casalinga di Elio e le sue storie, meno sofisticata e più veniale, ed alla fine proprio per questo dannatamente concreta (eh no, non vedremmo mai i Deluded by Lesbians a presenziare per X-Factor!!!!).

L’intro serve per abbellire uno sghembo concept sulla devoluzione della specie: Ringo Starr e Don’t Laught for me Argentina, emettono versi strani e schioccano come le nocche delle mani pronte per l’ennesimo cazzotto dallo stomaco. Veloci, possenti come una Gang of Four disinfestata dal funk, crudeli dello spingere sulle 4 o 6 corde come dei Minor Threat impasticcati. Nobody Knows ha la stessa consistenza di una My Sharona deturpata con l’acido, di facile presa ma non banale. “Sembrare intelligenti pur non essendolo veramente” questo il loro intento, che paraddossalmente ottiene il risultato inverso: i Deluded by Lesbians sembrano profeti pagliacci alla corte di qualche sovrano autistico, in realtà la sanno lunga, molto più lunga di noi! Pompei collassa su se stessa, assomigliando ad un inno dopo ecatombe atomica, mistificatrice e illuminante; mentre Crystal Balls impressiona per il solidale punk senza compromessi, denudato dai soliti clichè stilisitci; impenetrabile come una testuggine che sa difendersi dai colpi, come il miglior King Buzzo Osborne!

Il free-bird prende il volo e si mette a filosofeggiare, sbeffeggiando chi come noi umani non può volare via dalle situazioni quotidiane, Bird Watching è il crepitio della chittara e il combo del basso che abbattono l’irrevente pennuto!
Revolution (primary/needs) passeggia sulla carcassa morta del grunge e ci si pulisce le scarpe, il basso della O’Clock aggredisce con sensualità per lasciare che siano i riff primitivi da inno platonico della Knox a finire il lavoro. Il finale è pirotecnico, e United States of Delusion non è il solito inno anti-americano da radical chic; il muro è caduto ma pare che ormai ce ne siamo dimenticati, una sorta di Deutschland Uber Alles a stelle e strisce, da canta con una mano sul cuore e l’altra sul pacco !

Nessun cinismo, per questi visionari kamikaze dal kimono rosa: la loro rivoluzione è per il vostro divertimento!
Deluded by Lesbians da seguire, dannazione !!!

 Deluded by Lesbians myspace
New Model Label sito ufficiale

recensito da Poisonheart
 

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