Damned, Damned, Damned – Damned

I Damned a tutti gli effetti sono stati la terza forza del punk londinese. Con la loro musica graffiante ed autoironica hanno saputo incarnare il lato più ribelle e disinteressato del punk, rimanendo indifferenti sia al no-future lydoniano, sia alla rivolta sociale sponda Clash. Formatisi nel 1976 per dissoluzione di tutta una serie di piccole band punk locali, i Damned hanno trovato immediatamente nell’istrionismo di Rat Scabies  e nel basco rosso di Captain Sensible, l’iconografia che li ha consacrati alla storia. A completare il quartetto, l’ex London SS, Brian James, mentre compositiva del gruppo, ed il vampirismo di Dave Vanian, abilmente sfruttato dopo la svolta wave della band.

Damned Damned DamnedI Damned a Londra anticiparono decisamente i tempi: nel 1976 furono i primi a pubblicare un 45giri (New Rose) per la neonata ed indipendente Stiff Records, successivamente i primi a registrare un 33giri (Damned, Damned, Damned) nel febbraio 1977, e di conseguenza i primi a partire per un tour negli Stati Uniti qualche mese più tardi. Eppure nonostante il buon tempismo, ed -almeno all’inizio- un discreto affiatamento, i Damned non riuscirono completamente ad impressionare e provocare nel modo giusto, non ottenendo quell’eco mediatico che successivamente raggiunsero i Sex Pistols. Ad ogni modo, scarno, sgraziato e turbolento, Damned, Damned, Damned rimane un disco fondamentale per comprendere il fenomeno punk londinese della prima ora.

Neat, Neat, Neat è il classico pezzo con palesi influenze rock ‘n’ roll (New York Dolls su tutti) suonate a velocità importanti e mosse da una ritmica isterica e martellante. Born to Kill è un altro biglietto da visita imprescindibile, che non aggiunge nulla a quanto detto sopra, mentre nella fugacissima (58 secondi di punk purissimo) Stab your Back si riassume tutta l’energia irrequiete e l’approssimazione di un disco nato dall’urgenza e dall’istinto. Inno ai tre accordi nella fondamentale New Rose, una delle pietre miliare del punk di Londra, anche grazie ad un chorus tra i più ironici mai sentiti: «I got a new rose, I got it good / Guess I knew that I always would / I can’t stop to mess around / I got a brand new rose in town». Fracassoni, prosaici e forse superficiali i Damned sin dalla copertina del disco, mettono subito in chiaro le cose: questa è musica per divertirsi, per far casino, senza troppe pretese, svuotando preventivamente il punk di ogni velleità sociale o classista.
Nei brani più lenti, dall’acidissima Fan Club (manifesto dello stile chitarristico di Brian James), alla cupa ed rotonda Feel the Pain è possibile rivedere lo stereotipo dei primi e crepuscolari Stooges (la buona cover finale di I Feel Alright ne certifica l’influenza), mostrando che oltre la velocità e l’imprevedibilità del punk potevano esserci margini di manovra. Da citare anche i toni accesi di So Messed up, ove il piuttosto deprecabile e machista il verso «She’s a sad case of hit and run / I think that I would rather fuck her mum» somiglia più all’implosione “testosteronica” giovanile, che ad una volontà ribelle precisa e pianificata per scioccare.

Dopo l’esplosione punk del 1977, tutto sembrava permesso; così i Damned alzano il tiro con il successivo Music for Pleasure scomodando per la produzione,prima Syd Barrett, per poi “accontentarsi” di Nick Mason. L’incontro tra i tecnicismi floydiani e le efferatezze di un turbolento quartetto punk, producono una via di mezza che non lascerà nulla ai posteri, ma che amplificherà le divergenze tra Brian James ed il resto della band. Il chitarrista lascerà per entrare nei Lords of the New Church di Stiv Bators, consegnandosi alla new wave, come progressivamente faranno i Damned -sempre più Vanian-dipendenti- con la hit Eloise nel 1986.
Damned, Damned, Damned rimane dunque un documento affidabile e veritiero di una band scalmanata, in forma, e fottutamente sincera verso un punk che presto o tardi sarebbe diventato un cliché da esibire, come una spilla da balia da appendere ad un giubbotto in pelle.
Fondamentale!

recensito da Poisonheart

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