Dal Calieron – Strazza Style Family

Non credo che mai gli Strazza Style Family abbiano sentito parlare dell’etica do-it-yourself, eppure questo loro secondo disco è quanto di più vicino possibile a tale concezione. Siamo in provincia di Treviso, sì esatto quella che lavora tanto e che non vuole i clandestini, tuttavia chi ci vive sa bene: la percezione che viene data all’esterno non è del tutto veritiera! Stiamo parlando di una terra semplice e che vuole rimanere tale; corre a testa bassa e si danna l’anima per una meritrocrazia che nel Belpaese è una parola dal significato losco e dalle origini remote.
Gli Strazza Style sono tre amici prima di tutto, e la musica è solo un pretesto per stare insieme e divertire. Non viene presa sul serio, o comunque non in maniera così esasperata (come facciamo noi, per esempio ahahahaha!): rock, pop, rap rappresentano solo dei nomi, non si vuole andare all’essenza, non ce n’è bisogno, lo scopo è un altro. Divertire e divertirsi, ripeto. Nessuna pretesa, nessuna regola. Dal Calieron: tutto in un grande calierone appunto, in simpatia!

Dal Calieron - Strazza StyleEcco quindi che non stupisce il piglio ironico, per non dire “maccheronico”, delle canzoni che questi 3 amici propongono, cantate o reppate un po’ in dialetto e un po’ in italiano; tuttavia nulla è lasciato al caso, perchè in fondo è di musica che stiamo parlando e di mezzo c’è sempre la passione, come si può recepire dal brano di apertura E Origini (Le Origini), una sorta di vademecum di presentazione e d’intenti …
Viene scelto un rap molleggiato che vive di soluzioni abbastanza standard, non inventa nulla di nulla per intenderci, ma vive di storie quotidiane nel quale è facile ritrovarcisi (e non solo per i veneti!). Il disco parla apertamente con toni istintivi della tradizione, del folklore della propria terra e con amore sincero storce il naso all’invasione tecnologica o digitale nelle nostre vita, I anni  che te conto (Gli anni che ti racconto) ne è un esempio calzante: un amarcord degli anni novanta scanzonati e straccioni (una versione più nostrana dello slang 883), che sicuramente strapperà più di qualche sorriso, così come Graziella, un inno simpatico a quando si girava su due ruote per davvero!

Eppure lo scopo non è solo quello di divertirsi, perchè gli Strazza Style sono anche impegnati apertamente nel sociale (quel sociale per fare del bene, senza sfondi politici!) prima con con l’ AIL per quello che fu l’esordio FunKaerano, e poi con La Città della Speranza per questo disco. Ecco perchè a maggior ragione la loro musica va presa sul serio, nel segno dell’ilarità e della genuinità.
Si racconta sempre di un modo di vivere semplice, leggero ma non banale, come un take-it-easy velato nel brano più funk del disco, Soita Giornada (Solita Giornata), piccola isola felice lontano dal caos quotidiano!
Da segnalare in questo calierone anche il blando reggae da sagra paesana di El Regatton o il pop tascabile di Valvoea che descrivono in maniera intuitiva quello che succede intorno a loro ed in cui (almeno per i 30enni e spiccioli) sarà facile immedesimarsi almeno un poco.

Un disco che serve a sfatare molti tabù … davvero!

 Strazza Style Family  myspace
La Città della Speranza

recensito da Poisonheart
 Poisonheart hearofglass

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