Da qui in poi – Dead Men Walking

Lo slang metropolitano dei Dead Men Walking colpisce per facile rabbia e profonda teenage against, scivolando tanto in un riot-rock impastato quanto in un anacronistico reading-rap dalla doppia velocità.
Un esordio Da qui in poi costellato di luci e qualche ombra, presi in mezzo tra la voglia di comunicare il proprio disagio giovanile (senza schemi precisi e con immagini chiare ed esaurienti) e la passione verso un rock no-global, di cui non si vede più traccia dalla battaglia di L.A.
Proprio i Rage Against The Machine sembrano essere la somma fonte d’ispirazione, vedasi in Per la gloria nel quale si tenta di imitare le gesta chitarristiche di Morello e il funk febbrile di Tim Commerford, e tutto sommato convincendo per la prova di coraggio …
Tuttavia la carica sovversiva dei testi, lascia spazio a qualche indecisione compositiva tra musica e parole che corrono su binari diversi con tempi diversi. A livello tecnico (nonostante sia per esempio, pregevole l’intro del brano Dead Men Walking) c’è ancora da limare qualcosina, specie nell’uso spasmodico e ripetitivo del power-chord che rende ad esempio Just an Illusion monocromatica e senza particolari guizzi. Ad ogni modo la band sa parlare alla propria tribù, e forse è proprio quello che i Dead Men Walking vogliono continuare a fare … e pare ci stiano riuscendo !!!


 
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recensito da Gus
 Gus heartofglass

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