Crazy for you – Best Coast

Best Coast sono un duo. A me verrebbe da dire le Best Coast, perlomeno per il ruolo centrale della bravissima Bethany Cosentino, tuttavia non si può non nominare quel “bruttino” di Bobb Bruno (ecco spiegata la “b” di troppo!). La Cosentino si legge nei crediti dei primi lavori della drone-band Pocahaunted (brani dilatati nel tempo ed atmosfere rarefatte, ne parleremo) il cui piglio intimista e gli ottimi arrangiamenti si possono sentire anche nella musica dei Best Coast. L’incontro a Los Angeles nel 2009 con Bobb Bruno da il via a questo progetto in bilico tra l’art-rock californiano e il surf-rock anni ’50. Polivalenti sul palco, il duo dopo un paio di 7 pollici ed un tributo ai Fleetwood Mac, debutta nell’estate 2010 (e se fai surf-rock non potrebbe essere altrimenti) con Crazy for You, un disco dalle tinte pastello e dal minutaggio dei singoli brani piuttosto contenuto (difficile superare i 3 minuti; l’esperienza lo-fi di Bruno si sente!).
Best Coast - Crazy for YouL’intimismo e le emozioni spaccacuore sembra essere il tema trainante del disco, che offre una dolce e spensierata flemma celata da una melachonia quasi surreale. La tittle-track appare come quelle giornate di fine maggio, nel quale il sole riscalda come un abbraccio la pelle, tuttavia l’ansia di quell’amore in “attesa” e di quelle palpitazioni positive dell’innamoramento tradiscono un velo di tristezza per quello che potrebbe essere. The End suona come la celeberrima doorsiana ma rovesciata nel suo significato, «You say that we’re just friends, But I want this till the end»: finire un’amicizia per virare verso l’amore (con tutti i rischi connessi!). I sentimenti vengono trattati come caramelle gommose e sorridenti, pronte per essere accoppiate: la Cosentino si sbilancia verso un nuovo amore, e poco dopo non lesina scuse quando si tratta di dire Goodbye (ispirata a Dumb dei Nirvana nella struttura).
A tratti i Best Coast si trasformano in “le” Best Coast (Ali Koehler delle Vivian Girls alla batteria) specie quando i ritmi assomigliano a delle Bangles lascive e spensierate. Ad ogni modo lo stesso duo tende a precisare e a rimarcare la loro anima indie-punk, asserendo il loro bubblegum in stile Ramones (ed a tratti non posso che dargli ragione, ascoltare l’into di Happy). Stonata e confusa suona Our Deal, specie nell’abuso del coro in background; mentre Boyfriend è il singolo dell’estare losangelina 2010. Il buon orecchio tradisce che i Best Coast siano semplicemente un duo; la qualità dei semplici arrangiamenti sorvola sulla minuta presenza scenica, cori e riff sovrapposti decorano una base ritmica senza fronzoli e strizzate d’occhio commerciali.

Lo status indipendente è mantenuto come un vessillo d’orgoglio, I Want you ha la capacità di cambiare passo a metà brano senza prostituzione di qualità; mentre la nebulosa Honey risuona come una cristallina confessione rock. Similitudini alle Hole di Malibù possono sembrare ovvie, ma è lodevole come i Best Coast siano riusciti a rescuscitare parte del surf-rock ed a rivisitarlo con meno energia e più sentimento.
Crazy for You ci lascia con delle belle ed immediate sensazioni, che è già un bel risultato per un disco indie. Rispetto alla discografia successiva rimane il capitolo più facile e spensierato dei Best Coast: ascoltabile in qualunque condizione! Il successivo The Only Place del 2012, che risente delle influenze country dei Fleetwood Mac, mantiene le premesse dell’esordio cedendo però in entusiasmo e navigando verso un rock più ricercato; mentre California Nights (2015) percorre una salita verso atmosfere stagnati tra l’onirismo e art-pop, che dopo più di un ascolto ha ragione d’essere un bel esperimento.
I Best Coast hanno il pregio di farci riscoprire (specie ai giovanissimi!) il rock veloce e di rapida assimilazioni ispirato agli anni vintage, senza troppe pretese artistiche (almeno nell’esordio!): certo, il surf-rock era un’altra cosa, ma perlomeno qui non si parla di ragazze californiane e di come rimorchiarle!

Ascolta Crazy for you qui

recensito da Bambolaclara
BambolaClara heartofglass

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