Constant Puberty – Na na na na

Na na na na - Constant PubertyDalla cover-art piuttosto inequivocabile, i maceratesi Na na na na esordiscono con il viscerale Constant Puberty, spinti da un sound centrifugo ispirato ai primi difficili nineties, cogliendo quella tensione esistenziale che gelosamente e segretamente coviamo ancora dopo più di vent’anni.
Il terzetto si forma nel 2015 da Alessandro Ruggieri (chitarra) e Daniele Gatto (percussioni) a cui si aggiunge in un secondo momento il basso di Carlo Angeletti dai SoloPerAdulti (recensiti su queste pagine): completata la line-up, i Na na na na sviluppano sonorità livide, dal cantato nostalgico e lamentoso, celebrativo a tratti, sorretto da una ritmica pressante ed allo stesso tempo agrodolce. Constant Puberty racchiude non solo il primo vagito artistico del trio, ma in un certo senso esalta quel senso di incertezza che non viene mai completamente svuotato nell’età adulta; una sorta di equilibrismo emotivo sottile, che vive la quotidianità con un migliaio di punti fermi ben piazzati, solo per nascondere quelle che sono le idiosincrasie mai risolte dell’animo. La costante pubertà (titolo che poteva venire in mente 25 anni fa al più ispirato Billy Corgan) non lascia tracce di rimpianto o di lamentoso piagnisteo per la meglio età perduta, piuttosto si interroga sulle meccaniche intimiste mettendo sul piatto un’enfasi post-grunge, qualche ballata azzeccata, ed un redivivo atteggiamento slacker. Sussulti art-rock salgono in superficie con altalenante frequenza, lungo 14 tracce corpose, ispirate e soprattutto molto diverse tra loro: tuttavia il filo conduttore tematico le tiene assieme, ben allineate come quelle perle che vengono tirate fuori dal cassetto solo nelle occasioni speciali.

Durante l’ascolto, sovviene l’impressione che i Na na na na abbiano compiuto un amarcord nineties, toccandone i punti salienti: dalle ruvidezze distorte di Complain (cobaniana dell’ultimo periodo), al minimalismo algido di un alternative ibrido come in Confident, passando le melodie asciutte della ballad Cam, compiendo infine una piroetta brit-pop sul finire della prima parte del disco  con la rarefatta Wrong. Questa estremizzata varietà stilistica vive di contrasti voluti e cercati, che ritornano più evoluti e sottili nella seconda parte di Constrant Puberty, mischiandosi -come accade nell’ottima Life– all’interno della stessa canzone, senza tuttavia generare strappi o testarde forzature.
Gli arrangiamenti non sempre seguono l’ispirazione e le logiche nineties (quindi poca propulsione al verse-chours-verse), trovando invece un alto tasso di personalizzazione, anche e soprattutto in liriche passionali e giocate sull’esperienza. In particolare l’ascolto di Juanita’ song regala ed infonde brividi emotivi giocati su un’essenzialità quasi emo-core, senza abbandonarsi a banali soluzioni sonore e compositive; mentre la sua controparte espressiva, Immatura, ruggisce di quella teenage angst finora tenuta a freno. Sul finire del disco echi pixiesiani nella scarna Keep, che costruiscono una gracile tensione per la conclusiva ed istintiva Sleep, piccolo e sgraziato inno lo-fi, dalla forte componente personale.

Constant Puberty (per El Mágico González Sounds, I Dischi di Plastica e Narvalo Suoni) è un lavoro che mostra tutte le potenzialità compositive dei Na na na na -dalle discese abrasive e distorte, alle melodie più rotonde- aprendo un ampio ed interessante ventaglio di possibilità artistiche nel futuro musicale del trio. 

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recensito da Poisonheart

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