City – Strapping Young Lad

City è l’album metal più geniale, innovativo, pesante e visionario degli anni ’90 passa tranquillamente inosservato dai metalhead che popolano il mondo. La leggenda narra che Devin Townsend dei Strapping Young Lad, dopo un viaggio a Tokyo, sia rimasto colpito da questa città che non si ferma mai e abbia deciso di metterla in musica. Infatti ascoltando il disco si respira un atmosfera che ricorda quella di una metropoli esasperatamente cibernetizzata, perennemente notturna, caotica per il semplice fatto di esistere. Per fare ciò la band usa industrial metal elevato all’ennesima potenza (per fare un esempio: i Fear Factory di “Demanufacture” ) associato ad una follia psicopatica che regna in tutto il disco.

City - Strapping Young LadDopo l’intro “Velvet Kevorkian“, il disco esplode letteralmente con il brano “All Hail the New Flesh” dove l’onnipresente batterista  Gene Hoglan (ex Dark Angel, ex Testament, ex Death, seconda voce in un brano degli Slayer e l’elenco non finirebbe qui … ) diventa una macchina da guerra e iniziano i bombardamenti  al napalm, e poi, come se non bastasse, le ritmiche cambiano continuamente in maniera cinica ed folle.
Oh My Fucking God” è un altro brano sparato alla velocità della luce (che in alcuni tratti lascia impietriti) che mette a dura prova le corde vocali del pazzoide Devin (se vi chiedete dove i System of A Down abbiano preso certe intuizioni, in questo pezzo dei Strapping Young Lad troverete molte risposte). “Detox” riprende il thrash metal e lo unisce ad un’elettronica claustrofobica, creando un vortice musicale che lascia senza scampo. I Strapping Young Lad con “Home Nucleonics”  decidono di darci il colpo di grazia: questo pezzo si può descrivere come un treno che  entra di colpo nella vostra stanza e imperterrito continua la sua folle corsa distruggendo tutto ciò che incontra. Per i superstiti alla guerra sonora c’è “AAA” nella quale finalmente la violenza e la velocità sembrano placarsi, ma la potenza di certi riff rimane intatta. Finita la tregua, inizia “Underneath the waves“: l’industrial si fa sempre più presente creando scenari apocalittici. L’album e l’incubo termina con la distorta  “Spirituality“.

Un’esperienza destabilizzante: fate in modo che City dei Strapping Young Lad non passi inosservato !

recensito da Mighell
Mighell heartofglass

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