Chroma Drama (ep) – Chroma Drama

Velleità artistiche nel mondo della musica hanno avuto da sempre alterna fortuna: solo chi è riuscito davvero a costruirci una carriera attorno ha ottenuto l’immortalità che l’arte concede. Tuttavia è altrettanto interessante mescolare con la musica altre forme d’espressione e di comunicazione, che possano così veicolare con maggiore efficacia il messaggio insito nelle note. I Chroma Drama rievocano l’arte visionaria del primo Novecento, con quella stessa sferzante energia che segnava il punto di rottura con il manierismo borghese in voga, attraverso una vocalità potente ed ironica, sciolta in movenze rockettare d’avanguardia. Il progetto abbandona presto la mesta Italia per trasferirsi nella circense Londra, ove la vena artistica del quartetto possa trovare sfogo ed ispirazione. 
L’istrionica Sara Palmieri si fa portavoce di un apparente garage sporco, con le decise incrinature glamour ed ammiccanti della chitarra di Valerio de Santis e la vanitosa consistenza della sezione ritmica di Roberto Consiglio e Alessandro Ricciardiello: la stessa irriverenza ed ilarità dei Butthole Surfers puliti con una decisa mano di candeggina.

Chroma DramaCosì tra arte performativa, goliardia e cabaret anni ’30 la musica dei Chroma Drama si evolve tra un funk dinoccolato, un ispido rigurgito punk nel cantato, ed una soffusa e deviata atmosfera da Korova Milk Bar: la perversione (la traccia Shameando ne è una libera interpretazione) e l’istigazione al mostrare la propria natura (selvaggia o quieta che sia), sembra essere il monito della band. In questo omonimo ep d’esordio affiora tutta quella che è la diversità della band e della difficoltà di viverla e manifestarla con naturalezza; alienazione ed un’inquietudine di fondo salgono a galla attraverso i personaggi mossi nelle vicende cantate in queste cinque tracce. L’onirismo soffiato in bianco e nero di BlackSmith of a Blender diventa un rifugio nostalgico contro la realtà tecnicolor che osserviamo tutti i giorni, senza che echi darkeggianti o soluzioni post-punk ne possano contaminare l’essenza: raccontare di un sogno o di una visione senza diluire o ritardarne la melodia, può rendere l’idea di che strada non convenzionale abbiano scelto i Chroma Drama.  Lo straniamento dell’individuo tiene lo stesso passo nervoso del breve cabaret-rock ammaliante di Bohemienne (ispirato da Sera sul viale Karl Johan di Edvard Munch), brano solitario e misantropo che condensa in appena due minuti tutta la nevrosi dell’uomo che un tempo fu moderno. 
Il legame con un certo gusto retrò (non solo nell’abbigliamento o nell’atteggiamento) diventa palese in Nice Empty Box, grazie ad un dinamismo quasi isterico e a sagaci intramezzi vocali, volti a mimare ed enfatizzare le movenze digitali della “grande scatola parlante” di cui la nostra quotidianità è diventata schiava. Se gli arrangiamenti vivono dell’immediatezza e dell’energia punk, è altrettanto vero che la cura nel dettaglio e nei cambi di tempo diventa una necessità per non cadere nel baratro del già sentito, ed in questo i Chroma Drama sono abili ed attenti a non lasciare troppe tracce delle loro influenze. Nell’ultimo brano del disco, Lying Lullaby, la band abbassa i ritmi verso sonorità sensuali e delicate, mascherando una critica sprezzante verso i massimi sistemi di controllo che sopra siedono alla nostra labile libertà: una grande bugia incombe sulle nostre teste, ma questo lo sapevamo già!

I Chroma Drama con questo non-scontato esordio, dimostrano come la libertà d’espressione sia ancora oggi fondamentale per l’affermarsi dell’individuo; e se nel secolo scorso l’atteggiamento dada, o l’arditezza futurista, o la vocazione surrealista erano espedienti strutturati per rompere con la tradizione morale esistente, oggi tale energia non trova troppi entusiastici sostenitori nell’arte o in altre forme d’espressione. La musica è uno degli ultimi precari mezzi per esternare questo assordante disagio umano, e ben venga se quattro ragazzi pugliesi ci credono ancora, perché -grazie al cielo- non sono i soli …

 

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Chroma Drama bandcamp


recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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