Blank Generation – Richard Hell & The Voidoids

Blank Generation - Richard Hell & the VoidoidsCi ho pensato per un pò. Ed intanto come un ritardato continuavo a succhiare il mio lecca-lecca alla fragola e panna.
Richard Hell è il punk!
Devo essere onesto (ah, ah, ah!), ho scoperto ed apprezzato questo artista tardi (circa una trentina di anni fa) e all’inizio mi pareva solamente una copia più trasandata di Tom Verlaine. Errore mio!
Il punk come lo intendevano tutti, era solo spille, sputi, birra e piscio. Questo dalla parte inglese del letto, mentre da quella newyorkese, sempre quella senza coperta, brulicava un “intellighenzia” davvero notevole, con personaggi eclettici ma spontanei. Sapete non quella puzza sotto il naso alla Bowie, piuttosto una via di mezzo tra l’egocentrismo più smodato e la noncuranza nichilista di un giovane americano. Richard Hell è così. Quel folle di Richard Hell indossò una maglietta con scritto “Please, kill me” e che lasciò prima i Television (ancora con il nome di The Neon Boys) e poi gli Heartbreakers di Johnny Thunders. Un tipo svogliato, pigro probabilmente, profondamente menefreghista, che seppe meglio di qualunque altro incarnare il sentimento punk, grazie ad una canzone che di ritmo punk ha veramente poco: (I Belong to the) Blank Generation. L’idealismo muore definitivamente, non ce ne frega un cazzo, dice Hell, abbiamo i nostri flaccidi sogni che andranno a schiantarsi contro il muro della cruda realtà, ma non ci importa niente di condividere queste “emozioni”con voi: una generazione del nulla, ove qualunque aggettivo tu ci metta è perfetto! Questo è punk come stile di vita, ossia l’unica concezione corretta del termine … il resto sono chiacchiere (per non dire qualcos’altro, ma rischio di esagerare! )

Ed ancora oggi trovo incredibile come Hell sia uscito vivo dal periodo punk, visto e considerato che la maggior parte della sua generazione ha corso lungo la lama del rasoio della morte (trovandola in più di un caso!), considerando che lui stesso aveva poca considerazione della vita. Tuttavia senza essere depressivo o maniacale!
Mise su un gruppo veramente mal assortito, con uno schizzato come Robert Quine ed un rasta afroamericano, Ivan Julian, senza dimenticare Mark Bell non ancora Marky Ramone! Sembravano dei profughi, dei poveracci, non dei musicisti, un look trasandato-vintage che sinceramente non ho mai compreso, ma che come la tessera di un puzzle, si incastrava con il sofisticato, ma lascivo, rock-blues che i Voidoids imbastivano durante i concerti al C.B.G.B.’s.

Lato A: Love Comes in Spurts, un veloce funk-rock con pericolose infezioni rock ‘n’ roll, è il brano di punta di questo lato, essenziale, non si perde in ragionamenti naif, diretto come piace ad Hell. Stessa sinfonia per le nervosissime e tese ballate da un minuto e spiccioli di Liars Beware o New Pleasure. Interpretate con carisma, quasi recitate: quest’album se compreso bene non è dissimile ad un’opera distratta e svogliata ricchissima di spunti. Volete un esempio: Down at the Rock and Roll Club rappresenta il vero manifesto della N.Y. notturna e focosamente cool.

Lato B: unico contributo non originale (e francamente si sente!) è Walking on the Water la cui paternità spetta ai fratelli Fogerty. The Plan ritorna sulla via maestra e pizzica sulla sponda Heartbreakers; il “caro diario di Richard Hell” capitola con Another World, complesso monologo che cela la confessione di un artista che si proclama cinico, ma che sotto la dura crosta mostra tratti umani veramente ammirevoli ed impensabili. Eh, va sempre a finire così con i tipi come Hell…

Blank Generation (1977) è un album che non ha l’immediatezza di un disco punk e nemmeno la consistenza rock ‘n’ roll, staziona in mezzo, orecchiabile, intelligente, sensuale a tratti: immagine e somiglianza di Richard Hell.
Se la parola d’ordine predicata dal santone Hell, era l’originalità, ammetto che c’è tutta. Frizzanti ma introversi, come uno gin-tonic che secca la lingua; al macero i dettami vagamente naif di Verlaine o l’esuberanze “scimmiesca” di Thunders: i Voidoids sono stati un pezzo unico del periodo, irripetibili!
Disegnatevi sul petto You make me …

recensito da Gus
Gus heartofglass

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