L’Urlo Beat di Allen Ginsberg

I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked,
dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry fix,
angelhead hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night,
who poverty and tattars ad hollow-eyed and high sat up smoking in the supernatural darkeness of cold-water flats floating across the tops of cities contemplating jazz,
who bare their brains to Heaven under the El and saw Mohammedan angels staggering on temenent roofs illumianted,
who passed through universities with radiant cool eyes hallucinating Arkansas and Blake-light tragedy among the scholars of war …

(The Howl, Allen Ginsberg, 1956)

Allen Ginsberg

Il personaggio: Irwin Allen Ginsberg nasce nel 1926 in una cittadina del New Jersey da una famiglia di origini ebraiche, il padre poeta ed insegnante e la madre attivista del partito comunista. L’infanzia e l’adolescenza di Ginsberg sono certamente segnate dalla malattia psichiatrica della madre e dai continui consulti presso medici a terapeutici: esperienza che poi è stata ripresa nello struggente Kaddish, poema poetico dedicato appunto a Naomi Ginsberg. Il primo centro culturale della non ancora “beat generation” fu la Columbia University, frequentata ovviamente anche da Allen Ginsberg, che incontrò Lucien Carr e successivamente Jack Kerouac e William Burroughs. Sono giorni di sperimentazioni poetiche, verso quella che doveva rappresentare nuove possibilità per la cultura americana, una sorta di rivincita intellettuale e progressista di una nazione uscita vincente -ma troppo conservatrice- dal secondo conflitto mondiale. Nel 1954 Allen Ginsberg, dopo aver fatto la conoscenza di Gregory Corso, si trasferisce a San Francisco ove si imbatte in una scena artistica molto fertile (la cosiddetta San Francisco Renaissance), incontrando non solo Lawrence Ferlinghetti (che lo pubblicò su City Lights Bookstore), ma anche poeti non strettamente beat come Ezra Pound e William Carlos Williams. E’ in questo fervente ambito, che Ginsberg compone The Howl (L’Urlo), letto pubblicamente nell’autunno del 1955 in un evento promosso da Kenneth Rexroth (ricordato come The Six Gallery Reading), suscitando le entusiastiche reazioni del mondo letterario. Tuttavia il linguaggio provocatorio, ed a tratti esplicito, del poema di Ginsberg, portò presto ad una condanna per oscenità, con relativa messa al bando (successivamente decaduta dopo una battaglia legale).
Acquisita una certa fama anche nell’ambiente hippie, Allen Ginsberg ha attraversato gli anni ’60 e ’70 tra indelebili versi poetici, buddhismo e musica (nota l’amicizia con Bob Dylan), rimanendo fedele alla sua indole sperimentatrice. un personaggio sopra le righe e per certi versi sorprendente, senza tuttavia perdere quella smania di imparare e di conoscere.

Lascito letterario: Se Kerouac aveva incantato la prosa americana con l’elegia del viaggio On the Road, in Allen Ginsberg con The Howl, è il trip celebrale e psichedelico a porre l’accento sui limiti di una nazione cieca ed insensibile ad un progressismo culturale che sarebbe definitivamente esploso una decina d’anni dopo il 1956, anno di pubblicazione. Composto da 3 corpose parti, lungo tutto il poema rimane inalterato il carattere libertino (le prime avvisaglie di una rivendicazione omosessuale), ma anche di forte autodeterminazione e di feroce critica contro il capitalismo arrembante (metaforicamente esemplificato con la figura di Moloch: “Moloch whose love is endless oil and stone! Moloch whose soul electricity and banks!“), da contrapporre ad una filosofia Zen che pone la spiritualità (e quindi la propria libertà) al centro dell’esistenza. Nella terza parte vi è una dedica esplicita a Carl Solomon (“Carl Solomon! I’m with you in Rockland where you’re madder than I am“), con rimandi piuttosto espliciti alla malattia mentale (probabilmente riferimenti della propria infanzia con la madre) ed alla liberazione dal dolore. Il tutto viene recitato a ritmi frenetici, ripresi dal jazz e dal bee-bop, dando forma fisica e dinamismo ad un flusso di coscienza libero ed allucinato. Un urlo di protesta come gesto di rottura definitiva verso la tradizione letteraria americana (nonostante i richiami a Whitman, specie nell’ultima orgiastica parte: “The world is holy! The soul is holy! The skin is holy! The nose is holy! The tongue and cock and hand and asshole holy!“), oltre ad un autentico gesto d’amore per la vita e le sue meccaniche misteriose.   

Altri riferimenti: Oltre ad una incredibile recitazione di una poesia in lode di Krishna trasmessa nello show televisivo Firing Line, si ricorda l’omaggio recente dei Black Rebel Motorcycle Club con The Howl (2005), un disco dalla forte componente folk, con non trascurabili infatuazioni beat.

La Firma: Il Gemello Cattivo

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