A Path Made by Walking – Livia Ferri

Ispirato da un verso del poeta spagnolo Antonio Machado, A Path Made by Walking è il percorso di Livia Ferri oltre le tenebre ed il buio, alla sottile ricerca di quella consapevolezza che talvolta le esperienze della vita mettono in discussione. È un album di formazione, passionale (quasi intestino e viscerale), nel quale non c’è spazio per il superfluo, ove si vive e sopravvive solo con le proprie e forze e con le proprie certezze.

Il viaggio: Livia Ferri e la sua chitarra acustica sono i protagonisti unici di A Path Made by Walking, le emozioni quelle profonde arrivano solo dopo. È la passione per il folk e quel concetto del “partire” sempre vivo nelle ballate nere di questa giovane artista romana, che trasforma un semplice disco indie-acustico in un anestetico per l’anima, in un passaggio personale lenitivo, in una speranza che s’irradia verso il futuro, senza la voglia di guardarsi ancora indietro. La voce potente e ruvida di Livia Ferri rende le dieci ballate del disco livide di energia, profonde ed intimamente emozionanti. Pennate sofferte e finger-picking leggero colorano di tinte agro-dolci le movenze di A Path Made by Walking, raccontando una scalata fatta di piccoli progressi e piccole scoperte: è lo scrollarsi di dosso la polvere delle delusioni della vita, che fa sentire più leggeri e rende il prosieguo del viaggio via via più scorrevole.
Condividere intimi lavori del genere può non esser facile (quel sentore di esser violati c’è sempre), tuttavia è altresì vero ci si immerge in qualcosa che noi tutti conosciamo: quei momenti della vita ove le vie d’uscita appaiono tutte sbarrate, e bastano solo poche parole per intendersi, perché il dolore personale non si può spiegare a parole.

I passeggeri: registrato come se fosse un unplugged dalle candele accese, A Path Made by Walking emoziona sin dal primo brano, Hyperbole nel quale la voce di Livia Ferri esce dalla grande tempesta e si presenta greve e sostenuta. L’interpretazione solida ed essenziale di chitarra e voce trasforma la tensione della rinascita in un’energia positiva e propositiva che s’irradia per tutto il disco. Heritage è forse il brano più emozionante del disco, in quella sua evoluzione pacata ed in quel sospiro leggero di voce, mentre le dita “strisciano” per la tastiera della chitarra. Sono le pause contemplative che aiutano a creare un’atmosfera ancora più accogliente ed intima, che presto si scontrano con pennate più consistenti conferendo al brano un tocco di eterea armonia.

livia-ferri-a-path-made-by-walkingIn Patterns tra i suoi ritmi tribali e i cori evocativi si può apprezzare la partecipazione di Mimes of Wine (Laura Loriga) al pianoforte in uno dei brani più complessi del lotto, quello che segnala il cambio di passo (e di sentimenti) rispetto a quanto ascoltato precedentemente. Altra partecipazione interessante vede Armaud (altra brava artista da tenere d’occhio) nel brano Gratitude, nel quale è difficile trattenere i brividi, anche per mezzo di una diversa consapevolezza emotiva che conduce via via il disco ad un’atmosfera più serena ma intimamente molto più sofferta, nel quale solitudine diventa il mezzo per capire e superare quei dolori passati e mai assorbiti. Ogni brano è accompagnato da un particolare motivo artistico realizzato da Martha Ter Horst con la tecnica del 1Line (disegno in un unico tratto) che aiuta a comprendere il viaggio di Livia Ferri. Per Hound Dog si può osservare un segugio che fiuta una traccia, ma è nel connubio tra arte figurativa e musica che si manifesta il vero pathos del brano. La chitarra amplificata da un Vox AC30 e quel battito di mani che sostituisce parzialmente la componente ritmica, rende Hound Dog una ballata zingara attraverso una metamorfosi emotiva verso l’istintivo mondo animale.
Chiudo con la più canonica ed estroversa A Good Day to Day, nel quale gli echi acustici sono messi da parte in favore di una batteria pressante in una sorta di approccio r’n’b molto variegato e votato all’improvvisazione; e nonostante lo stile si discosti parecchio dal lief-motiv di A Path Made by Walking, il brano rappresenta l’epilogo intriso di speranza e di voglia di rinascita.

Epilogo: Livia Ferri è una delle cantautrici più talentuose del panorama musicale, ma è l’approccio più naturale ed emotivamente vicino all’ascoltatore, che rende la proposta di A Path Made by Walking interessante e geniale. Un lavoro sofferto, difficile a tratti nella sua complicata esposizione emotiva, ma proprio per questo motivo appare libero da catene e costrizione. È un disco curativo solo se si è nello stato d’animo per essere curati.
Caminante no hay camino, se hace camino al andar” – Antonio Machado

Livia Ferri sito ufficiale
Livia Ferri facebook

recensito da Bambolaclara
BambolaClara heartofglass

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