I The Lies scelgono quest’ultima opzione, ansimando una grande voglia di rock senza per forza andare a scomodare Page o Richards. Dopo una doverosa gavetta fatta di contest e concerti privati, finalmente dal 2006 iniziano a fare sul serio imponendosi come rock-band acuta e temeraria, che due anni dopo emette un sostanzioso vagito con l’ep, 2000 Rock n’ Roll. Un mini che mette tutto nero su bianco, non si perde in preamboli e s’immerge in una poltiglia grumosa nella quale convivono gli stili chitarristici di Brian May e di Slash (più il primo che il secondo, grazie al cielo!) su di uno schema molto vivace ove i richiami al blues sono ben accetti senza disdegnare alcune cadenze pop-rock. I cinque ragazzi di Chieti mostrano di essere poco acidi e lisergici, insomma nulla da spartire con il glam targato New York Dolls; le influenze riguardano tutta la sfera hair metal, senza esagerare e senza perdersi nel peccato dell’esoso a tutti i costi.
Le 6 e 4 corde di Maudit, Sett Sertao e Kell, rigurgitano schemi già sentiti (e per taluni molto apprezzati) ma redivivi in una forma pacata e ragionata: una sorta di rivisitazione italiana del rock. Completano il quintetto, la voce a tratti teatrale di Rancy e l’incisiva batteria di Andrew Lord. Non scappano all’attenzione della ABC Radio Networks che li trasmette con entusiasmo, tuttavia i The Lies rimangono con i piedi per terra e le orecchie attente: il mito del rock ‘n’ roll è seducente ma pericoloso. Scoperchiando il suono della band si può apprezzare una buona Reachin’ you (in hell), mordace ballata in salsa rock una via di mezzo tra Paradise City e Somebody to Love.
Camuffato da funk-rock alieno è Your Girl, che senza prendere in prestito nulla da più celebri esempi, intraprende una strada verticale verso la concretezza, . L’unico passo falso si manifesta con Nights, che prende troppo dalla scontata e pietosa retorica di Scott Weiland; tuttavia la band si risolleva con The White Way, un blues concitato impreziosito da riff corposi e cori dal sapore regale. Un ritmo sostenuto per il brano più coraggioso e più personale dell’ep, il pollice non può che essere all’insù. Per gli amanti del genere promosso da i The Lies, non si possono che tessere elogi e plausi; per chi invece storce il naso al decoro rock dell’onnipresente bello e maledetto, si fa notare i The Lies hanno argomenti più sostanziosi ed intelligenti di band coreografate come Bon Jovi o come le “Pistole & Rose” del microscopico dispotico Axl!!!
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