0 (ep) – Diana Spencer Grave Explosion

Beh Diana Spencer sappiamo tutti chi era, ed in questa nota d’esordio onirico-lisergica dei Diana Spencer Grave Explosion, il quintetto originario di Gioia del Colle non offre principesche deviazioni, piuttosto troviamo grande profondità ed ottimi potenti arrangiamenti che spaziano dallo stoner nudo e crudo alle trovate sixities più sperimentali. “0” (zero) è un ep che mostra più di quello che sembra, è un viaggio attraverso la natura umana, scoperchiandone le origini e decifrandone la sorte, il tutto avvolto da echi, rumori, grumi di suono masticati e lasciati morenti a soffiare l’ultimo respiro.

L’ampiezza del tempo: Attivi dal 2012, i Diana Spencer Grave Explosion hanno sempre portato avanti un’intensa attività live che gli ha permesso via via di affinare sonorità che raccolgono ad ampio raggio tutto quello che psichedelia riesce ad elaborare, scivolando attraverso una sezione ritmica possente, tirata, che fa sentire i muscoli, mentre chitarre e synth decorano arazzi spettrali che evaporano come un fitto alito colorato avvolgendo lo sviluppo dinamico dei brani.
Piercarlo Resta, Costantino Temerario e Francesco Maria Antonicelli si dividono parti vocali, sei corde e di tanto in tanto i tasti di un synth, mentre per la ritmica ci pensano gli specialisti del rumore Giampaolo Giannico (basso) e Gianluca Girardi (percussioni), collezionando una suite di suoni ed elaborazioni musicali che in questo ep brillano per varietà stilistica ma anche per potenza e coesione. Il ricco bagaglio della band viene presentato con grande enfasi, giocando spesso sull’intensità d’esecuzione e sui volumi, facendo collimare la potenza di batteria e basso con l’acrilico lezzo che synth e qualche riff ridondante di chitarra concedono lungo i tre brani che compongono 0.

Diana Spencer Grave Explosion - "0" zeroL’infinità dello spazio: Space Cake è un complesso ad articolato esempio di convivenza tra forte e piano, tra veloce e lento, evidenziando tutti i contrasti armonici possibili in una tensione che viene rilasciata sempre nel momento giusto e con la giusta dose di climax. Nel finale un rombo tribale invade il timpano, mentre la chitarra strimpella pulita oltre tutto il caos come un raggio di luce, ecco che le tonalità baritone affossano quell’armonia così rarefatta per scatenarsi in picchi glicemici che si elevano a massima potenza nelle ultime strofe vomitate con insana irruenza. Avalanche è se possibile ancora più cervellotica ed imprevedibile della precedente; se stavolta i ritmi rallentano verso echi celesti concentrici allungando la nenia fino a metà brano, è nel cantato intenso che i Diana Spencer Grave Explosion trovano il cambio di passo tanto atteso, mentre sottotraccia elaborati bozzetti sonori colorano l’atmosfera resa sempre più piacevole dal sovrapporsi di più strati sonori. Il finale è sempre pirotecnico, capace di rovesciare il tema portante del brano verso nuove soluzioni.
Long Death to the Horizon è una lunga cavalcata di 12 minuti, nella quale prevale l’enfasi dei toni bassi intrisi di tensione, arpeggi acuti ne spezzano la rigidezza, raggiungendo così l’equilibrio perfetto; l’intramezzo blueseggiante arriva come un turbine ed in pochi secondi pulisce il piatto, da lì in poi le chitarre ricostruiscono un ennesimo tema rallentato, ma è solo illusione, poiché i Diana Spencer Grave Explosion non ci tengono ad essere scontati, così anziché riprendere a giocare con volumi e velocità preferiscono suonare e cantare tirati fino alla fine.

L’uomo e la natura: “0” è un piccolo concept che cerca di esplorare le relazioni tra spazio e tempo nel quale vi è immerso l’uomo, ricorrendo alla creazione di atmosfere che via via richiamano l’ampiezza dello spazio e l’infinità del tempo, i Diana Spencer Grave Explosion, in realtà esplorano sé stessi ed il loro intimo rapporto con la musica fatto di cieca passione e fertile dedizione risultando originali, complessi, a tratti pretenziosi, ma dannatamente unici.

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recensito da Bambolaclara
BambolaClara heartofglass

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