Your Stripping Experience – Strip in Midi Side

In diec’anni buoni di discoteca e disck-jokey (negli anni ottanta ci chiamavamo così!) non ho mai sentito mettere sui piatti Kraftwerk o i Neubauten. Quindi esiste musica elettronica e “musica elettronica”; la seconda è quella dell’immaginario comune, una serie interminabile di tunz-tunz-tunz, campionamenti, voci femminili ammiccanti; mandando a puttane letteralmente tutta la ricerca e la sperimentazione fatta in vent’anni di techno dai precursori del genere!

 Strip in Midi SideQuindi assume ancora più spessore la proposizione di un elettro-industrial dall’alito rockeggiante, che non puzzi dopo il terzo ascolto! Strip in Midi Side è il progetto-band di quattro ragazzi da Salerno, infatuati di quell’aura cupa proveniente dai primi anni ’80, quella appena uscita dalla sbronza post-punk, quella che non conosceva l’AIDS o gli yuppies, né quel senso vintage globale che alla fine ha dato l’etichetta all’intero decennio!
You Stripping Experience (che forse, fa il verso agli anni settanta del dio-nero della chitarra) è un disco che coglie i suoi migliori frutti da un elettronica ballabile dai genitori analogici, da goffi giganti “computer in amore”, da quella nebbia di berlinese memoria che emana un claustrofobico senso d’oblio. Il tutto aggiornato con un industrial a stelle e strisce, aggressivo, meccanico, suonando come se The Downward Spiral fosse per intero cantato da Dave Gaham.

Alcune nuove band inglesi o nord continentali hanno provato ad intraprendere una strada simile, rimanendo tuttavia sempre legate a quell’indie che nella terra di Albione è diventato un must stretto a qualsiasi underground fertile. Con questo disco non aspettatevi esperimenti ibridi alla Block Party o degli ultimi Editors che non fanno altro che riprendere i tanto buoni, quanto incostanti, New Order. Paraddossalmente In your midi side ed Everyday like this sono i biglietti da visita più elettro-pop, dal bell’aspetto ed orecchiabili al punto giusto, tuttavia non rappresentano il lief motiv dell’intero album. Le influenze sono ben variegate, dosate con la massima cura, come The Dreams che racchiude in sé un onirismo degno del genio di Florian Schneider, senza che questo sembri un esercizio di bella calligrafia: un brano con personalità, nella sua parabola decadente e silenziosamente compiacente.

Le liriche passano colpevolmente in secondo piano, ma per chi sa ascoltare ci saprà trovare contraddizioni emotive lucide e viscerali: il tutto sommerso dal rumore elettronico di mille cuori spezzati. Sweet Bastard suona molto smooth, quasi funky nel suo crescendo sofisticato da cocktail-music; I want si butta in un banging depravato, maschetato, ansimante: il dado è tratto, i cambi di tempo e atmosfera fanno riflettere sul vero valore di questa band. Art is Insanity rappresenta la summa maxima di questo album rarefatto, lancinante nei suoi passaggi più celebrali; ben costruito come un lego semplice ma esaltante nei suoi dettagli.
La musica elettronica meriterebbe di essere elevata dalla melma da ballroom e da teenager troppo “fatti” per apprezzarne le sincere vibrazioni e sfumature … gli Strip in Midi Side non cercano compromessi e fedeli al loro ideale continuano per quella transilvanica strada fatta che snobba il digitale ed i campionamenti per una promise-land decadente e suburbana!

 Strip in Midi Side myspace
New Model Label sito ufficiale

recensito da Gus
 

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