Symphony of Enchanted Lands II: The Dark Secret – Rhapsody of Fire

UN’ERA DI SANGUE DI OSCURE MEMORIE
RINASCE IN HARGOR PER NUOVO MAL
ELETTI IN ELGARD GUARDIANI DEL FATO
OR SONO E SARANNO I VERI EROI

E’ tempo di grandi cambiamenti per i triestini Rhapsody of Fire: il nuovo bassista francese Pratice Guers assoldato per sostituire il defezionario Alessandro Lotta; poi il nuovo contratto con la  major Magic Circle Music Records (la label di Joey DeMaio dei Manowar) che ha dato a disposizione un elevato budget alla band, permettendo così di avere un’orchestra di ben 130 elementi più 40 coristi. E non finisce qui, come narratore dell’album viene ingaggiato niente meno che l’attore Christopher Lee.

Symphony of Enchanted Lands II - Rhapsody of FireCon Symphony of Enchanted Lands II: The Dark Secret si inaugura la “Dark Secret Saga” e per l’occasione i Rhapsody of Fire decidono di ritornare alle sonorità iniziali, ovvero largo spazio a parti orchestrali e strumentali per rendere il tutto il più maestoso possibile (anche se a volte risulta un po’ troppo pletorico e ampolloso). L’inizio è in mano alla calda  voce narrante di  Christopher Lee  e ai cori apocalittici di “Ira Divina” i quali creano un pathos geniale.
Unholy Warcry”  è il pezzo che mette in chiaro come saranno strutturati un po’ tutti i brani dell’album: chitarra a tutta velocità su un medesimo accordo, il batterista Alex Holzwarth che abusa della doppia cassa facendo diventare la batteria un elicottero: insomma tutti i cliché del power metal helloweeniano. Ma queste cose vanno in secondo piano grazie alle ottime parti orchestrali che si fondono alla perfezione con le sonorità più heavy.
Inoltre finalmente Luca Turilli dopo anni  riesce a cimentarsi in un assolo come si deve, senza più ricorrere al ‘sweep picking‘  o a trovate di scarso interesse tecnico. Anche  il tastierista Alessandro Staropoli ha evoluto la sua tecnica: tutti i riff sono più maturi e meglio congegnati, quindi niente più assolo di tastiera che ricordano videogiochi anni ’80.
Il brano più entusiasmante è senza ombra di dubbio “Sacred Power of Raging Winds”, nel quale ha collaborato un certo Claudio Simonetti (ex componente dei Goblin, creatori della colonna sonora di molti film di Dario Argento). Fabio Lione fa da matador per tutto il pezzo, cantando magistralmente, interpretando i personaggi della storia in maniera imprescindibile. Ma la parte fenomenale è quella finale dove viene citato il tema del film Profondo Rosso rivisitandolo in chiave sinfonica, celebre anche la sorta di sfida all’ultima nota tra Luca e il violinista.

I Rhapsody of Fire non si sono di certo dimenticati delle origini italiane, ed ecco un brano interamente in madrelingua, “Guardiani del Destino”, dove Fabio canta in modo ‘Branduardesco‘. La più aggressiva è “Shadows  of Death”, molto varia nel quale la parte orchestrale non interferisce con le chitarre; Luca da meglio creando un assolo che richiama opere classiche come quelle di Paganelli. C’è spazio per l’emozionante “The Magic of The Wizard’s Dream”, nella quale Fabio duetta con Sir. Lee. Canzone dolce e intensa che se fosse entrata in qualche classifica nostrana sarebbe stata nei primi posti per diverso tempo.

Symphony of Enchanted Lands II: The Dark Secret è un grande disco dei Rhapsody of Fire, nel quale la band ha la possibilità di mettere in mostra nel migliore dei modi il loro metal sinfonico. E ridendo e scherzando questo album ha venduto qualcosa come un milione di copie in tutto il mondo, trovatemi un’altra band italiana che ha fatto di meglio.

 

recensito da Mighell
Mighell heartofglass

 

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