SST Records e Greg Ginn: di qui è passato l’hardcore

Tra tutte le etichette indipendenti, la SST Records di Greg Ginn è stata quella che meglio ha saputo catalizzare la miglior musica punk-hardcore e le sue veloci mutazioni: album definitivi come Damaged (1981) o Zen Arcade e Double Nickels on the Dime (entrambi usciti a pochi mesi di distanza nel 1984), hanno influenzato (e stanno influenzando) migliaia e migliaia di giovani alternativi.

SST Records
Radioamatore appassionato, Greg Ginn nel 1966 fonda la Solid State Transmission, un servizio di spedizione via posta nel quale commerciava pezzi di ricambio per le radio degli anni ’40, racimolando così un piccolo gruzzoletto che costituirà la base per la nascita della label. Grande ammiratore della musica dei Grateful Dead, nel 1978 ormai più che adolescente, decide di suonare in una piccola band punk-rock che non passerà alla storia, i Panic; la difficoltà di trovare qualcuno disposto a pubblicare il disco, porta alla decisione di farlo da sè, grazie all’esperienza accumulata con il servizio via posta della SST Eletronics e gli studi di economia alla UCLA. Così romanticamente nasce la SST Records, che non darà mai alle stampe quel famigerato disco dei Panic, ma che trovato un nome più accattivante (Raymond Pettibon, il responsabile delle grafiche di molti dischi SST, suggerì il nome Black Flag e ne disegnò il logo!) darà alla luce di lì a qualche mese Nervous Breakdown, e di conseguenza anche al punk hardcore.
Così negli anni a venire le vicende della piccola label coincideranno con l’evoluzione dei Black Flag (dall’addio di Keith Morris che fonderà i Circle Jerks, alla stella nascente Henri Rollins) e con quella dei loro protetti, i Minutemen. Banditi dalla città di Los Angeles, i Black Flag girarono l’America diffondendo il verbo hardcore, ed ispirando nella East Coast un giovanissimo ragazzino dalla testa rasata, Ian MacKaye, che pochi mesi dopo farà la stessa magia di Greg Ginn, fondando la Dischord e urlando lo straight edge nelle canzoni dei Minor Threat.
Damaged - Black FlagSe Greg Ginn era l’irreprensibile capo della SST, Chuck Dukowski (bassista nei Black Flag) era colui che teneva i rapporti con i distributori, lottando perennemente per i pagamenti e le royalties. Con Damaged del 1981, la SST diviene un’istituzione nell’universo indipendent, portando in cascina anche band che non orbitavano direttamente nel circuito della West Coast, ad esempio i Meat Puppets da Phoenix e gli Hüsker Dü da Saint Paul. Proprio quest’ultimi fecero le fortune della piccola etichetta registrando la pietra miliare Zen Arcade, e successivamente l’ottimo New Day Rising (1985) e Flip your Wing (1986), prima di firmare per la Warner. Con la morte di D. Boon dei Minutemen, Greg Ginn si fa carico, con la solita solidarietà endemica dell’hardcore, anche della New Alliance, la minuscola etichetta fondata dallo stesso Boon e da Mike Watt.

You re living all over me - Dinosaur jrNel 1986 il punk ha perso la sua prima generazione, portando verso altri lidi la musica indipendente, così dopo essersi accaparrati i Sonic Youth (Evol, 1985) e successivamente i Dinosaur jr (You’re Living All Over Me, 1987) la SST aumentava a dismisura il proprio catalogo di artisti (addirittura maggiore di quello di alcune major), perdendo l’incisività nella distribuzione e la credibilità organizzativa che l’aveva sempre contraddistinta. Inoltre e ben più grave fu accusata da alcune band (paradossalmente sempre quelle più importanti) di non pagare le royalties, facendo causa all’etichetta per riappropriandosi dei masters originali. Nonostante questa batosta, la SST mantenne un appeal sincero per le generazioni successive, così a ridosso degli anni ’90, album come Ultramega OK dei Soundgarden, o Buzz Factory degli Screaming Trees vennero pubblicati e fecero da rampa di lancio verso le major per le band appartenenti alla nuova e cosiddetta scena grunge. Rimasti sulla cresta dell’onda nell’ambiente indipendente per quasi diec’anni, l’influenza della SST negli anni novanta venne ridimensionata a favore di altre nuove labels, territorialmente ed ideologicamente più vicine alla moda delle camicie a quadri.
Ad ogni modo, è innegabile quanto fatto dall’etichetta, sia per qualità delle produzioni sia per longevità, e rappresenta in tutto e per tutto lo spirito do-it-yourself e l’anima indipendente della musica alternativa.
Non è sbagliato affermare, che la SST Records è l’hardcore!

La Firma: Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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