Quore – Codeina

A questi ragazzi di certo non manca l’ironia: «i Codeina sono quanti questi anni: Mattia (chitarra e voce), Emanuele (basso e cori), Emiliano (batteria). Il primo ha 4 anni in più del secondo e il doppio in più del terzo. Il secondo ha 27 anni». Prendete carta e penna e fatevi qualche conto, oppure lasciate perdere e concentratevi sulla loro musica, potente e secco come un colpo mascella da alligatore delle Everglades .
Uno stoner deframmentato da scenici colpi di underground putrido, a limare cambi di tempo spesso ipnotici, istintivi eppure così perfetti. Un rock d’asfalto, denso di echi e feedback, un amabile basso depravato danza sopra le carcasse morenti di un indie che non ha mai convinto questi ragazzi. Chitarra di matrice seventies ruggisce tra riffs e power chords, la batteria è addestrata ad uccidere, in bilico tra un metal classico e un hardcore resuscitato al terzo o quarto giorno.

Quore è la condensazione di una rabbia urbana, dai pugni d’asfalto, dalla nebbia umida che devasta le osse: niente sentimentalismi per chi sente il vuoto e l’oblio a qualche isolato da casa. Un cuore tuttavia non sfuotato nè insensibile, anzi, ardente di tensione, fulgore da killer seriale, metodico nel confezionare urla e pensieri, in comodi pacchetti regalo. Nel frullatore delle inflenze, ci stanno i primi debosciati Melvins, alcune escursioni HC da San Francisco, un pizzico di underground di madre italica, molto fuzz alla Mudhoney e cambi di tempo onnipresenti: ecco il vostro centrifugato multivitaminico per una colazione più!
Ridi pagliaccio è la “generation-against” che viene espulsa con la stessa violenza di un proiettile di precisione, colpisce i punti giusti, ed è letale quando trapassa la carne ed arriva al punto, senza troppi complimenti. La tittle-track è un bagno di vomito nel quale annaspare con il fiatone, claustrofobica e lunatica dal suo petulante basso al roboante terremoto della batteria.

Periferica al metal (o comunque ad una forma certamente nuova di metallo da tavola periodica) è Piorrea, un infezione lenitiva dalle velocità esorbitanti e dal groove ipnotico, mescalinico; Peristalsi 3.0 assume più i contorni di un garage/grunge ripulito da retorica e cori da stadio, tuttavia orecchiabile nel chorus ma brulicante di rabbia e di frustrazione. Vitupera ricalca le orme destrutturate di un aggressivo rock da scantinato umido e buio, raffermo nel sua crosta dura, il resto è a vostra scelta: dai rintocchi elettro-post-punk di E’ tutto grasso che cola, a il rock made-in-italy di La Eco dal cantato teatrale.
Un album potente, tirato, da ascoltare con i denti stretti, in grado sicuramente di svuotarvi dalla tensione …

 Codeina myspace

recensito da Poisonheart
 

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