Quando The Verve rubarono Bittersweet Symphony agli Stones

Bittersweet Symphony, primo singolo estratto dal fortunato Urban Hymns, uscì il 16 giugno 1997 e non tardò a raggiungere il podio della UK Singles Chart. Un giorno da segnare col pennarello per Richard Ashcroft. Già. In tutti i sensi! Nessuno avrebbe mai pensato che ben presto la sua vita e quella dei The Verve sarebbe cambiata per sempre. In maniera del tutto inaspettata, suggerirei.
Durante la realizzazione di Bittersweet Symphony la band scoprì una registrazione di The Last Time dei Rolling Stones completamente diversa dall’originale, interpretata dalla “The Andrew Oldham Orchestra” nell’album The Rolling Stones Songbook. La banda in questione era nient’altro che un progetto secondario di Andrew Loog Oldham, non uno qualsiasi, ma chi in definitiva aveva creduto per primo negli Stones, il loro primo e storico manager!
The Verve se ne innamorarono a tal punto da chiedere alla Decca l’acquisizione di un campione di cinque note della sezione d’archi che apriva questa versione orchestrale. L’etichetta gliela concesse senza grossi problemi, dato che in fin dei conti The Verve erano uno dei tanti prodotti di quel Brit-pop inglese dei primi anni ’90, con alle spalle due trascurabili album e nulla più, una band di semisconosciuti.
Entranti in studio, Ashcroft and Co. decidono di prendere qualcosina di più delle cinque note pattuite (che li avrebbero messi a riparo da qualunque controversia), il risultato è Bittersweet Symphony come la conosciamo oggi. La perfetta alchimia della sezione archi con uno stile tipicamente pop ed un testo originale ruggente permette a The Verve di scalare le classifiche, trasformando il loro Urban Hymns in un disco fondamentale per il pop inglese.

Bittersweet Symphony - The VerveL’eco del successo raggiunge anche gli studi della Decca e della ABKCO di proprietà di Allen Klein, che sobbalza dalla sedia all’ascolto di quella che un tempo era The Last Time di Oldham. Di lì a qualche settimana i Verve saranno citati in giudizio per violazione dei diritti d’autore: il plagio sembra palese!
La band cadendo dalle nuvole, si giustificò dicendo che tutt’al più la violazione era sulla versione della The Andrew Oldham Orchestra, e non sulla versione originale degli Stones. Niente da fare! La sentenza gli fu sfavorevole, attribuendo la paternità a Jagger e Richards e costringendo The Verve a versare i proventi delle vendite direttamente agli Stones. Se un primo accordo prevedeva il 50%, la magnanimità degli Stones si esaurì una volta presa coscienza del successo di Bittersweet Symphony; tutte le royalties andarono direttamente nelle tasche di Jagger e Richards.
Andrew Loog Oldham fiutò l’affare ed infierì in maniera poco british sulla povera carcassa di Richard Ashcroft citandolo in giudizio per l’uso di un sample ben più lungo delle cinque note pattuite nell’accordo con la Decca. A The Verve non rimase nemmeno il fazzoletto per asciugarsi le lacrime. Perdendo i diritti sul brano, persero ovviamente anche il controllo su eventuali usi commerciali di Bittersweet Symphony, cosicché la Nike se ne appropriò per uno dei suoi spot, per la gioia della band che non superò mai lo shock e perse i pezzi (il chitarrista Nick McCabe) già nei primi mesi del 1998. Lo scioglimento fu solo questione di qualche altro mese, nonostante Urban Hymns fosse stato un album di buonissima fattura.

«Bittersweet Symphony è la migliore canzone che Jagger/Richards abbiano scritto mai in vent’anni» disse ironico Richard Ashcroft ripensando all’intera vicenda. Tuttavia The Verve non erano nuovi a tali controversie; già nel 1994 l’etichetta Jazz Verve Records lì denunciò per uso improprio del nome Verve, costringendoli ad aggiungerci il “The” all’inizio. Tornando a Bittersweet Symphony, c’è un’ultima curiosità da annotare: il famoso videoclip, in cui Ashcroft cammina sul marciapiede nell’incrocio tra Hoxton and Falkirk Streets nel nord di Londra, è un omaggio al video Unfinished Sympathy dei Massive Attack del 1990. Già speriamo sia solo un omaggio, perché la somiglianza è palese. Bah, che dire, da oggi in poi ascolterò con viscido sospetto ogni cosa che venga da Richard Ashcroft!

La Firma: Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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5 Risposte a “Quando The Verve rubarono Bittersweet Symphony agli Stones”

  1. Negli anni 90′ il campionatore era all’ordine del giorno, se la traccia non avesse avuto successo forse l’avidità degli Stones sarebbe stata più moderata. Se ascoltassimo tutto quello che può assomigliare a qualcos’altro non la facciamo più finita, inoltre i The Verve avevano detto del “campione” e tutti noi sapevamo benissimo, ma con bss nel 1997 hanno scritto una delle più belle canzoni di sempre (mentre gli Stones no!), quasi un inno di quegli anni. Il video dei MA è simile, ma non si può accusare tutti i video simili (ce ne sono a decine), magari hanno preso spunto da quel tipo di situazione; nel 97′ nonostante conoscessi anche i MA non ho mai pensato di farmi seghe mentali perché anche nell’arte visiva spesso capolavori hanno attinto da operette.

  2. Innanzitutto, ti ringraziamo per alcune precisazioni del tuo commento.
    Nell’articolo non si vuole accusare nessuno; abbiamo usato un pò d’ironia per raccontare un aneddoto che forse non tutti conoscevano. Come dici tu, se Bittersweet Symphony non avesse avuto tutto quel successo gli Stones se ne sarebbero fregati di fare soldi facili. L’articolo velatamente suggerisce come spesso il mondo dello spettacolo e della musica sia molto spietato: i Verve hanno pagato certamente pegno con Bittersweet Symphony, tuttavia è innegabile che Urban Hymns sia uno degli album simbolo del brit-pop!

  3. Hanno pagato pegno per una cosa assurda da un gruppo i cui componenti potevano essere i genitori già ultra-cinquantenni milionari, mentre oggi ci sfracassano i coglioni coi “giovani” che vanno lasciati liberi di interpretare e che copiano di tutto perché non c’è niente altro da creare; evidentemente qualcuno ci deve sempre rimettere, un accanimento assurdo! Se guardiamo ad oggi nomi altisonanti di generi diversi come Bublè, Adele, Biondi e potrei continuare ad oltranza, sono CLONI, ma nessuno dice nulla e va bene così, altro che “campionamenti”, praticamente indistinguibili con materiale passato da cui hanno attinto e copiando hanno pure vinto l’Oscar…
    Non ho mai ascoltato più di tanto il BP provengo da altri generi in primis dall’elettronica, ma BitterSweet Symphony è un capolavoro, un inno di quegli anni.
    Saluti

  4. Siamo lontani anni luce da quello che vorremmo essere. Pratichiamo la condivisione, il miglioramento e no capiamo che “questo” copiright e’una follia. Ma anche se fosse da tutelare BitterSwet dei Verve e’ stato ed è un miglioramento di qualsiasi precedente accordo musicale. Diverso osannato. Assurdo affossarli per un 10 o 15 giri di note bastava, tuttalpiù il 50%. Proprio da un gruppo che sinceramente ha fatto della libertà o della contro tendenza il loro simbolo. Grande delusione ( e loro grande guadagno). Avrebbero dovuto aprire la strada, aiutarli, impegnarsi, loro come tutti ora un simbolo di grande egoismo. questo e’.

  5. E’ notizia di questi giorni che gli Stones “concederanno” le royalties future ai Verve per Bitter Sweet Symphony.
    Magra consolazione, oramai …

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