Mondo Vuoto (ep) – I Pixel

Dopo una demo ed un ep (Niente e Subito del 2015), I Pixel affinano il loro rock alternativo con palesi influenze british, in un altro formato mini uscito all’imbrunire del 2016 per La Clinica Dischi: Mondo Vuoto è una prova di maturità, energica, concisa e dannatamente profonda.
Mondo Vuoto PixelOriginari di La Spezia, il giovane quartetto sembra aver trovato la formula perfetta per un indie-rock appassionato e non scontato, attraverso anche liriche personali (per nulla ruffiane verso un abbraccio generazionale fatto di slogan o facili solitudini) che si legano ad un lavoro di composizione più ampio, rotondo nelle dinamiche delle strofe, ruvido e perentorio nei chorus (e soprattutto senza quell’ormai scontato e datato saliscendi di volumi!). A tratti raffinate, le armonie di chitarra (Andrea Briselli e Alex Ferri) sanno ammaliare tra riff abrasivi e terzine dalle movenze dilatate, mentre la sezione ritmica (Nicola Giannarelli al basso e Manuel Maccarone alle percussioni) non si lascia oscurare, colorando di calde e vivaci sensazioni, i cinque brani contenuti in Mondo Vuoto.

Un certo disfattismo emotivo (o lucida veggenza verso le danze opposte dell’amore!) si fa strada nell’iniziale Non importa se sto morendo o se ad uccidermi sei tu (vedi videoclip), che avanza come una lullaby stonata, tra l’elastico entusiasmo dell’innamoramento ed i precari condizionamenti delle quotidiane incomprensioni. Il lato profondo dell’animo umano è materia di precisa indagine da parte de I Pixel, che rinunciano ad inzuppare di esperienze personali i propri testi, preferendo lambirle di striscio, anche attraverso immagini decadenti e malinconiche, capaci di sintetizzare perfettamente il messaggio di ciascun brano. In Kafka sono le rotaie abbandonate da un treno deragliato a semplificare un incidente emotivo, che altrimenti non avrebbe avuto rappresentazione migliore; i riff ipnotici di chitarra enfatizzano al massimo il peso di una solitudine ed alienazione sottile e cosciente, senza mai scendere nella commiserazione. Fine della Fiera è personalmente la traccia che preferisco, probabilmente per il lungo intro strumentale e le velocità dimesse, che rafforzano lo spleen decadente ed un lucido cinismo verso un presente fatto di colorate illusioni, che oscurano inesorabilmente con un velo di delusione un futuro dalle tonalità cobalto.

Sirenamente si svolge con un approccio melodico diverso, in cui soffusi echi si dilatano sottopelle, trovando un bel tessuto sonoro in cui basso e chitarra posso spaziare con grande entusiasmo; mentre la finale Mondo Vuoto apre con un arpeggio nudo, verso meccaniche più indie-pop molto gradevoli, che si scontrano con quella rabbia livida che sibila in tutto l’intero ep.
Mondo Vuoto può davvero rappresentare un passaggio fondamentale nella carriera de I Pixel, specie per infondere quel coraggio nel salto di qualità verso un long-playing che è perfettamente alla portata della band. Ballate ruvide ma ottimamente bilanciate, tendono ad una precisione compositiva che fa ben sperare per il futuro, sorrette anche da liriche già mature per camminare con le proprie gambe, in uno scenario indipendente che ad oggi è veramente in grande fermento e trasformazione. Tutto è possibile in questo mondo …

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recensito da Poisonheart

 

 

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