Metal Machine Music – Lou Reed

Se siete amanti della bella musica o semplicemente delle persone sane di mente passate oltre, al contrario, chi come me, è uno schizzato o è un masochista troverà in queste righe la descrizione dell’album perfetto per lui: Metal Machine Music di Lou Reed.
Corre l’anno 1975, i rapporti tra Lou Reed e l’RCA sono pessimi, l’artista infatti ha rinnegato il proprio album precedente (“Sally can’t dance”) perchè lo ritiene malprodotto e decisamente troppo commerciale e soft, così trama vendetta …
Metal Machine Music - Lou ReedSi chiude nel suo appartamento insieme a Rob Santos con un registratore a 4 piste e chitarre elettriche accordate male (o non accordate affatto) e inizia a produrre suoni (o meglio rumori) casuali, senza un apparente filo logico o melodico. Ogni tanto la velocità aumenta, poi diminuisce, le chitarre ormai non appaiono più tali ma strumenti demoniaci creati per far uscire di senno il genere umano.
L’album (uscito doppio) è diviso in 4 parti (una per lato) della durata di 16 minuti e 1 secondo, ovvero più di
un’ora di insensato feedback … anche se la durata potenziale dell’album su vinile è pressochè infinita dato che il solco dell’ultimo lato finisce in circolo. L’uscita del disco venne accolta da critiche molto discordanti, alcuni giornalisti parlarono di “album concettuale per eccellenza” anche se la maggior parte usò termini duri per descrivere l’album e l’autore.

Furono molti anche coloro che restituirono i propri dischi indignati: specie chi s’aspettava ballate e canzoni di rock leggero e non fischi assordanti del genere “unghie sulla lavagna”!
La risposta dell’autore non si fece attendere ed egli stesso definì l’album “un gigantesco vaffanculo verso coloro che vanno ai concerti solo per sentire Vicious o Walk on the wild side“.

Con la realizzazione di questo album Lou Reed si comporta come un novello samurai che preferisce l’harakiri artistico piuttosto che piegarsi alle regole dello show-biz, un gesto per salvare il proprio ego e la propria libertà dalle grasse e unte mani dei discografici e delle mode.

recensito da It-Was
It Was heartofglass

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