Matador Records: l’indipendent che resiste ancora oggi!

Se pensate che tutte le etichette indipendenti nate negli anni ’80 non fossero in grado di dialogare con le grandi major allora non conoscete la storia eccezionale della Matador Records.
Nata nel 1989 nell’appartamento di Chris Lombardi, a cui si aggiunse qualche mese dopo la figura esperta di Gerald Cosloy proveniente dalla Homestead; la label newyorkese ha saputo cogliere quello spirito do-it-yourself e portarlo su grande scala. Affacciarsi al nuovo decennio con un rooster di artisti nuovo significava anche lasciarsi dietro definitivamente quell’ondata hardcore prima e indipendent poi, che nel 1991 segnerà lo spartiacque fondamentale per la musica alternativa, cogliendo in una volta sola (e con un disco solo) quanto seminato nei diec’anni precedenti, innescando in America e poi in Europa la scalata in scioltezza delle classifiche commerciali da parte di band indie.
Matador Records

Se la prima uscita del catalogo Matador furono gli insignificanti H.P. Zinker, è con i Teenage Fanclub ed il loro A Catholic Education (1990) che la piccola label riuscì a ritagliarsi un piccolo spiraglio di rispetto nella comunità indipendente; arrivando nei mesi successivi a lanciare Slanted and Enchanted (1992) dei Pavement, emblema slacker per eccellenza per tutta la prima metà degli anni novanta. Con l’uscita del debutto di Liz Phair nel 1993 (il crepuscolare Exile in Guyville) la Matador trova la sua massima espressione critica e commerciale; cogliendo anche una partnership importante con la Atlantic in chiave distribuzione; è solo la conferma di una tendenza che porterà le major ad interessarsi (sempre di più e con maggior danno!) al panorama indipendente, “scippando” non solo le band punte di diamante della nuova generazione musicale ma pescando spesso a caso dall’intero rooster delle etichette indipendenti. Con le ottime vendite dei dischi e delle trovate manageriali mirate, Cosloy e Lombardi aprirono uffici anche a Londra, portando così nel vecchio continente le migliori band post-grunge di chiara estrazione post-punk come le irruente Sleater-Kinney (i singoli tratti dal capolavoro Dig me Out), Yo La Tengo (I Can Hear the Heart Beating as One, 1997) e Cat Power (Moon Pix, 1998).
Liz Phair - Exile in GuyvilleNel 1996 la Capitol fa l’offerta della vita, e la Matador cede quasi la metà delle proprie quote alla major (salvo poi riacquistarle tre anni dopo); sembra la fine del sogno indipendente (anche se visto le dimensioni strutturali della Matador è indubbio che bisognerebbe riscrivere il concetto di “piccola” label), ma è il mero meccanismo manageriale che porterà l’etichetta in una dimensione economicamente più stabile, mantenendo intatto il rapporto con le band e la loro libertà artistica. Nel 1999 entra nel gruppo Beggars Group, assieme ai mostri sacri della Rough Trade mantenendo il vessillo indie sempre alto, anche se con uno spirito diverso rispetto agli anni ’80, ma assicurando sempre grande professionalità e buon gusto.
I migliori dischi e le migliori band sono passate per la Matador: dal recente pluri-acclamato Silent Yourself delle inglesi Savages, alle origini dell’indie-rock 2.0 nell’esordio degli Interpol (Turn on the Bright Lights, 2002), passando per dischi meno conosciuti ai più, ma ugualmente splendidi come il monumentale The Boy with the Arab Strap dei Belle & Sebastian o all’attualissimo B’lieve I’m Goin Down … di Kurt Vile.
Sopravvissuta agli anni ’90, di cui è stata grande promotrice, ad oggi la Matador è una delle label indipendenti più importanti e sinonimo di buona qualità artistica … eh sì, stavolta Gerald Cosloy ha centrato il bersaglio!

Matador Records sito ufficiale

La Firma: Poisonheart
Poisonheart hearofglass

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.