Let it come down – James Iha

Open up to me, and it’s the only thing she dreams
You gotta believe
Mi chiamo Camilla … e vi racconto della musica che riposa nel fondo della mia anima … e la condivido con voi …

Il talentuoso chitarrista e anima elettrica degli Smashing Pumpkins, decide nel 1998 di gettarsi in un progetto solista lontano dall’egida di Corgan, in quel momento impegnato nella creazione del “mostro” gotico Adore.
James Iha spiazza tutti i fans delle “zucche” e propone quindi un esordio all’insegna di ballate acustiche dall’accento country-blues, snobbando completamente le soluzioni grintose ed vintage apprezzate negli album dei Pumpkins. Una soluzione voluta e precisamente realizzata: James Iha vuole intraprendere un cammino del tutto personale, che sia presto riconoscibile, mai e poi mai confuso o etichettato come un “via gratis di prigione” lontano dalla band.

Let It Come Down - James IhaLet it come down è un disco ricco di sonorità aperte e di cromie accese, nel quale esistono sibillini richiami tanto al Macbeth (il titolo dell’album, per esempio) quanto a Pet Sound (vedasi l’art-work abbastanza retrò).
Be strong now è il brano degli 11 proposti, più riuscito e completo, che apre ad una primaverile rinascita artistica, paragonabile ad un minuscolo Lennon orientale per passionalità e leggerezza compositiva. La struttura armonica è semplice ed intuibile, e quasi quasi la naturalezza del cantato mette un pizzico di nostalgia, su come Corgan abbia “rovinato” un giocattolo perfetto e dalle ottime potenzialità.
Certo, ad essere critici, il disco a tratti manca di un cambio di rotta, ma forse la velleità di James Iha era quella di navigare in acque tranquille, senza sussulti o mareggiate rock improvvise. Sound of Love amalgama  una spensieratezza non diversa da quella dei 60’s della british invasion, prima della confusione lisergica. In Country Girl è riconoscibile lo stile chitarristico asciutto degli esordi (Today o ancora meglio Disarm), con un delicato slide, nel quale ci avrei visto benissimo pure un eco di armonica. In Lover Lover fa capolino una serenidipità del tutto celestiale, grazie anche a rintocchi di lap-steel guitar (grazie a Greg Leisz!) o al backing vocals soffiato che regala sinceri riverberi intrapelle:

«lover angel
the stars at night
in a burned-out sky
until tomorrow
»

Un altro spaccato apprezzabile è rappresentato da One and Two, nel quale James Iha ospita la collega ed ex-compagna D’Arcy Wretzky, in un brano pastellato e soffuso che mi convice in maniera decisiva sulla bontà di un album sopra la media, e distrattamente dimenticato dagli addetti ai lavori. Ombre di malinconia in Winter, nel quale l’approccio poetico di Iha da linfa ad un brano altrimenti anonimo, mentre Jealousy funkeggia sotto il sole della California, in un power-pop maculato e disinvolto. Iha si dimostra un artista poliedrico e versatile nel  trattare la chitarra, nonostante rimanga coerente entro i confini acustici fissati a priori.
E non voglio fare altra polemica, ma sarebbe da chiedersi perché l’esordio moscio di Corgan con gli Zwan sia stato fin troppo pubblicizzato ed idolatrato, nonostante lo spessore di Let it come down sia decisamente superiore: un album solare che non stanca mai di girare sul mio i-pod.

recensito da Camilla
Camilla heartofglass

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