Legna – Gazebo Penguins

Credo che tra qualche anno, guardandoci indietro, capiremo di aver speso troppe critiche verso le band indipendenti italiane; e questo pensiero preveggente mi passa per la mente ascoltando il nuovo lavoro dei Gazebo Penguins, e leggendo le sprezzanti opinioni di chi si aspetta sempre grandi prove artistiche anche dopo pochi anni di gavetta.
Legna Gazebo PenguinsCon Legna (To Lose La Track, dopo il free-download sul sito della band) si giunge ad un lavoro di maturazione spontanea e libera, dopo gli approcci di  The Name Is Not the Named (2008) e di cambiamento nello stile e nel linguaggio. Il passaggio al cantare in italiano è certamente un atto coraggioso, e probabilmente mosso dai buoni riscontri avuti da alcune band coetanee e non (Zen Circus?), capaci di fare arrivare le immagini in maniera più diretta e comprensibile (ahimè questo non è un paese per anglofoni!). La collaborazione con Jacopo Lietti dei Fine Before You Came certifica un entusiasmo crescente per i Gazebo Penguins che riabilitano -in musica e contenuti- il genere emo-core (Fugazi vi dice niente?), svuotato dalle meccaniche mediatiche e commerciali, che lo hanno fatto spezzo apparire come un incidente darkeggiante di depressione adolescenziale.

Distorsioni ruggenti, fuzzose, vibranti legano ciascuna delle otto tracce, mosse da una semantica delle esperienze e da un livello di immedesimazione che non sfocia mai nel vittimismo o nella lacrima a comando. Estratti di vita tra accenti punk e provincialismo modenese, ondeggiano su di un tessuto sonoro livido ed isterico, dinamico nella forma, empatico nel messaggio: Il tram delle 6 è già un pezzo di storia! Se il tono enfatico può sembrare un pretesto per abbracciare una fascia di pubblico più ampia, è indubbia la carica generazionale del trio (Piter – Capra – Sollo), abili nel raccontare estratti di presente e recente passato, con una malinconia a testa alta davvero dilagante. Senza di te (con Jacopo Lietti) è uno dei manifesti indie perfetti, poiché colloca amore, nostalgia e tormento in una nuvola pesante di pioggia e di commiato, sfiorando quasi l’autocelebrazione. Lambire momenti di gloria, anche nelle sfuriate adrenaliniche di Dettato, mosso da riff degenerati, feedback incontrollabili: combo perfetta per scatenare il pogo irresponsabile nei live. Ci sono passaggi eclettici (Troppo facile), rutilanti scorribande rockeggianti (Ci mancherà) e visioni punk-garage alla Stooges (Cinghiale): sparate una dopo l’altra, ci lasciano senza fiato e -soddisfatti- con nessun’altra aspettativa. 

Da Correggio la riprova che nebbia, provincia ed autodeterminazione possono generare esperienze indipendenti che non hanno nulla da invidiare a quelle post-hardcore americane. Legna è l’emozione che si fa potenza, è empatia che si fa adrenalina, attraverso livelli sonori sporchi ed irruenti, che tuttavia hanno la sensibilità di raccontare le privazioni di una generazione in cerca sia delle domande che delle risposte. I Gazebo Penguins ci hanno visto giusto, e la loro onestà artistica li porterà solamente da chi avrà il cuore puro da contaminazioni mainstream.
W l’independent!

Gazebo Penguins facebook
To Lose la Track sito ufficiale

recensito da Poisonheart

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