Intervista a Il Giudizio di Eleonora: le donne hanno mille risorse

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Vista una sempre più crescente concorrenza di voci femminili nel mercato discografico nostrano (non sempre supportata da una piattaforma artistico-musicale adeguata) che ugola ad un pop radiofonico mordi e fuggi, e che punta decisamente sull’entusiasmo mediatico del momento; come si differenzia la tua proposta musicale e a che pubblico si rivolge ?
Io penso che l’immediatezza non sia per forza una connotazione negativa, quello che vorrei ottenere è far entrare l’ascoltatore nel mio mondo musicale, emozionando e sorprendendo, e poi punto molto sul live, vorrei tanto che la gente tornasse a seguire gli artisti nei concerti.

Il Giudizio di Eleonora parla principalmente al femminile, esaltandone le qualità camaleontiche del personaggio Eleonora Giudizi, approdando ad un disco frizzante ma anche seduttivo (e non solo sentimenti e zucchero). La figura femminile nella tua esperienza, e non strettamente nell’universo musicale, come vive la propria autonomia e il rapporto con il successo? La scarsità di band tutte al femminile è sintomo di qualcosa di più grande o si tratta solo di pura coincidenza?
Mi sento libera da schemi e costrizioni, questa, secondo me, è l’unica via, le donne hanno mille risorse e, alla fine, trovano il coraggio per uscire dalle situazioni più difficili; è un po’ quello di cui parlo in “Femmina“. Riguardo alle band al femminile, non saprei, forse siamo più portate a essere front-woman che “accompagnatrici”(in senso musicale, ovviamente).

EleonoraIn passato hai mai pensato di partecipare ad un talent-show? E perchè secondo te gli ultimi nomi “nuovi” della musica italiana provengono tutti da lì ? Non si rischia oltre che un omologazione dell’offerta musicale (e qualitativamente tendente verso il basso) anche una progressiva perdita d’interesse per il pubblico non teenagers e magari più esigente ?
Ho pensato a partecipare ai talent anche se non è assolutamente nella mia natura, perchè darei un immagine parziale di quello che sono, purtroppo il talent è l’ultima spiaggia dell’industria discografica, e ciò è molto triste perchè si è persa l’attenzione verso le proposte musicali più autentiche, e mi chiedo dove siano finiti i talent-scout!!! Comunque sono sicura che la situazione migliorerà perchè le persone  hanno bisogno anche di altro.

Secondo te quanto influisce positivamente la tecnologia digitale, non solo nel creare ma pure nel diffondere la propria musica ? Ed esistono anche fattori negativi ? Qual’è la tua  esperienza a riguardo ?
Stanno cambiando le regole e forse ancora dobbiamo capire come, oggi diffondere la propria musica a livello planetario è alla portata di tutti, ma proprio per questo ci si perde nel mare, la mia esperienza è positiva, perchè comunque ci si può confrontare con il mondo, seppure “virtuale”.

In che modo sentite il calore del pubblico e la crescente curiosità nei vostri confronti ? Raccontateci un episodio in particolare …
Potrei parlarti di tre fantastiche ragazze che vivono a Milano, e che a mia insaputa sono diventate fans, un giorno mi contattano su Facebook e mi dicono che verranno apposta da Milano per assistere al mio concerto, è stato bellissimo conoscerle e chiacchierare con loro a fine concerto, da allora capita spesso che qualcuna di loro passi per Roma e me la ritrovi tra il pubblico.

Eleonora, tu punti moltissimo sull’esibizione dal vivo. Come solitamente ti prepari? Spiegaci cosa avviene dietro le quinte mentre il pubblico dall’altre parte rumoreggia impaziente per l’inizio dello show …
Mi isolo dal mondo per 20 minuti, faccio esercizi di meditazione per trovare la giusta concentrazione, faccio anche stretching… gli altri musicisti invece se la godono al bar…

Quali sono i modelli di cantanti/cantautrici a cui ti ispiri (sia nazionali che non) ? E secondo te, se e come, queste influenze si possono cogliere nei tuoi brani ?
Mi viene in mente Janis Joplin per la grinta e l’istintualità, mi sento anche un po’ Cindy Lauper per una certa vena di follia, che si può cogliere ad esempio in “Non Mi Baci Mai“.

Come si svolge il lavoro in studio e come nasce una tua canzone ? Il punto di partenza è sempre dato dai testi oppure (ah, la memoria mi va ai metodi di incisione di Bowie-Visconti nel loro periodo berlinese), sono le dinamiche strumentali a gettare le basi per uno sviluppo che solo alla fine troverà compimento nelle liriche?
L’ispirazione si manifesta in vari modi, ma parto sempre dalla musica, che certe volte sembra che mi parli dentro, magari solo una frase, spesso in Inglese, anche “inventato”. Una volta focalizzata la melodia e l’ossatura strumentale del brano  passo al lavoro insieme agli autori che è spesso lungo e laborioso, ma indispensabile. Non bisogna mai avere fretta…

Parteciperai a qualche festival estivo ? Che ne pensi dei grandi eventi come l’Heineken Jammin’ (quest’anno dire aperto un pò a tutti i gusti è un eufermismo!) o altri parchi-arene che possono ospitare migliaia di persone? E qual’è la dimensione più consona a “Il Giudizio di Eleonora” ?
Parteciperò ad un paio di rassegne musicali estive, vedremo strada facendo. La dimensione acustica, più intima mi permette di esprimere tutte le sfumature e mi fa sentire più a contatto con il pubblico, mi sento forse più libera di sperimentarmi in varie forme, però suonare in grandi spazi davanti a tanta gente mi da un’adrenalina pazzesca,vulcanica!


 
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intervistata da Poisonheart

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