In the Depths of Time, in an Ocean made of Stars – Elara

Neanche l’essere supremo avrebbe saputo far di meglio: creare l’universo perfetto in soli 30 minuti.
Ci hanno provato gli Elara, con questo folgorante In the Depths of Time, in an Ocean made of Stars, che ha l’andatura di un concept riflessivo e fortemente emotivo, ma che nel profondo regala anche intima energia ed una certa suspence musicale.

Prologo: La storia degli Elara è molto particolare, e vale la pena raccontarla brevemente. Nati nel 2007 come progetto solista di Luigi Cerbone (dopo una militanza nell’hardcore metallico), Elara si allarga a tre con l’entrata rispettivamente di Alessio Tozzini al basso e Vincenzo Barbone alla batteria. Elaborando in maniera molto minuziosa alcuni brani tratti dal primo ep solista di Cerbone, il trio approda progressivamente sulle fredde sponde di un ambient ragionato (con elementi in comune con l’impostazione orchestrale della musica classica), ma che grazie agli ampi spazi armonici ed alle velocità pacate, riesce a convertire la ricerca più mirata in energia crepuscolare. Nel 2014 l’ambizione e le capacità tecniche del trio, li porta ad intraprendere un progetto davvero sorprendente, quello di voler raccontare in musica la creazione dell’universo. Così, dopo un anno, nasce In the Depths of Time, in an Ocean made of Stars, un disco di soli tre brani ma nel quale è racchiusa tanta pazienza compositiva (che ad ogni ascolto si arricchisce di nuovi particolari: ecco la grande sfida degli Elara!) attraverso soluzioni che spaziano dall’ambient allo shoegaze, ma che fondamentalmente mantiene la sua anima rock.

In the depths of time, in an ocean made of stars - ElaraEvoluzione: Raccontare in musica un qualsiasi sentimento è sempre difficile, figurarsi qualcosa come la creazione dell’universo, tuttavia gli Elara interpretano ed elaborano un concetto molto più ampio e forse apparentemente sottinteso: evidenziare il legame tra natura e musica. È con questa chiave di lettura che un disco come In the Depths of Time, in an Ocean made of Stars appare subito affascinante, poiché è la ricerca della metafora e dell’onomatopea (in mancanza di testi cantati) che rappresenta la divertente e curiosa sfida per l’ascoltatore. E poi come nascondere una certa piacevolezza nell’ascolto, una nenia rovesciata dai contorni new-age, nel quale gli scontri cromatici sono rappresentati dai toni e dalle movenze di chitarra-basso-batteria, che progressivamente perdono i loro rispettivi connotati per fondersi in qualcosa di più ampio, che va oltre la musica, che va oltre il mero progetto, e che, sfiorando pesantemente la finissima ricerca della perfezione, approda alla pace dei sensi.
Tell me your theme and I’ll show you the world rappresenta la fulgida promessa dell’essere supremo verso un ascoltatore distratto e smarrito; così in 19 minuti gli Elara riescono con le proprie mani a creare e modellare un pathos crescente, che trova le radici nel rock, ma che sa cambiare pelle e velocità durante in cammino. Echi synth e rintocchi di chitarra brillano d’istinto, mentre basso e batteria cuciscono la tela ritmica sul quale ogni altra soluzione effettistica trova la sua linfa vitale. Se i toni bassi e grevi segnalano una certa tensione di fondo, sono gli squilli di pennate leggere che dipingono con maestria e calma il primo vagito del grande universo costellato di piccoli puntini colorati. Nei cambi di tempi gli Elara sembrano rievocare echi di musica nordica (paragone più immediato possono essere gli Slowdive o i Sigur Ròs), ma l’assonanza finisce subito lì, poiché ogni eventuale carica pop viene assorbita da un concetto armonico molto più complesso ed ampio.
Tra quei puntini brillanti c’è pure il sole, che nasce e scalda con amore tutti gli esseri della natura, A faint sun rises over the horizon è una ballata orchestrale di una serenità eccezionale, che grazie alla sua andatura maestosa rievoca con stile l’irradiare della luce su ogni cosa. È sapiente il lavoro in fase di arrangiamento, gli equilibri sono minuziosamente rispettati, anche quando batteria e basso fanno sentire maggiormente la loro presenza.

Epilogo: Quello che pensavamo essere un viaggio verso l’altissimo ispirato dai paesaggi di Tolkien (Silmarillion è fonte di naturale curiosità), diventa un viaggio prettamente mentale, nel quale passeggiare sopra le stelle perde la sua prospettiva esoterica, per manifestarsi in una sottospecie di percorso onirico-musicale, Walk on the stars! Through your mind è il terzo ed ultimo gioiello di tecnica di questo disco. Movenze sognanti, delay leggeri e vaghi, imprimono al brano un’atmosfera che appartiene alla dimensione dell’inconscio, ad una nuotata ultra-terrena, che trova nella beatitudine dell’armonia la sua ragion d’essere.
In the Depths of Time, in an Ocean made of Stars (Fluttery Records, registrato da Martino Casedda e masterizzato da Birgir Jón Birgisson) è un disco piacevolissimo all’ascolto, una colonna sonora ideale per placare i sensi. Tuttavia l’esigenza degli Elara non era tanto quella di rilassare l’uditore medio, ma piuttosto di comunicare qualcosa che venisse dal profondo dell’anima, che parlasse dal cuore ai tanti cuori, qualcosa che dopo l’ascolto rimanesse impresso dentro: forse questa è la missione (compiuta!) più bella che una band decida mai di intraprendere.

 

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Fluttery Records sito ufficiale

recensito da Bambolaclara
BambolaClara heartofglass

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