Dreamland – El Matador Alegre

El Matador Alegre è la giocosità della musica indipendente di bassa fedeltà, è la ricchezza di suoni selvaggi e grezzi, un’armonia sgraziata che s’irradia in arrangiamenti colorati ma incisivi. Eppure queste sonorità così avvolgenti, ed un nome piuttosto esotico non vengono dall’immaginaria Macondo di Gabriel Garcìa Màrquez, bensì da Verona, ove Giuseppe Vallenari e Gio (Giovanni Massari) approcciano ad un progetto musicale che ha radici palesemente folk, ma con un’anima do-it-yourself tanto profonda, quanto integerrima. Dreamland è il secondo capitolo della discografia de El Matador Alegre, che riprende quello che l’omonimo esordio aveva delineato ben cinque anni fa, grazie anche all’incessante e sotterraneo lavoro della Cabezon Records.
El Matador AlegreOltre ad una miscela molto densa di armonie acustiche, nella dinamica de El Matador Alegre si nota anche una paziente cura alla melodia, ed una serenità quasi endemica, che abbraccia l’ascoltatore in un viaggio primitivo, ma anche molto avventuroso. La nostalgia degli archi e la perentorietà di una ritmica elettronica, completa un quadro sonoro bilanciato, ove sono le sensazioni e la passionalità del cantato a mitigare uno slow-core delicato e non scontato. Scelte armoniche piuttosto personali e senza alcuna palesata influenza indie anglosassone; in Dreamland la vivacità è una delle chiavi per comprendere un disco, che lambisce le pareti della sperimentazione, ma senza rimanerne invischiato o succube. Dosate endorfine folk rimbalzano negli arpeggi di Venus and Mars, ove tutta una sensibilità sinistra si manifesta progressivamente lungo un tessuto sonoro reso malinconico e bellissimo dalle linee classiche di violoncello e viola (suonati da Andrea Marcolin ed Erica Mason) e da un continuo arricchimento di linee melodiche: e che dire di quel poetico e liberatorio «tic-toc … tic-toc», davvero magnifico!

Le immense emozioni iniziali, vengono mantenute con un piglio leggermente diverso anche nel proseguo del disco: Let Me Disappear è un maturo indie-folk mosso da una pulsante ritmica, mentre Deep Dark Blue Water è una festosa manifestazione di suoni incidentati, movenze elettriche ed echi smorzati da un cantato passionale e soffiato. Choice è una ballata fresca e diretta che celebra il nebbioso lo-fi veronese (ottima anche la chitarra di Mario Vallenari); diametralmente opposta la personale For my Demons, ove movenze zingare sospingono verso una tensione benefica e quasi liberatoria, regalando uno dei momenti più sentiti di Dreamland. Proseguendo, ecco una curiosa variazione tematica, con il bozzetto vagamente dream-pop di Running in Circles; mentre in Blood in my Hands, fugaci saette digitali contaminano di un’aria onirica il nucleo acustico dell’ennesimo brano emozionale, seminando caramelle malinconiche agli affamati di vita!
Nella parte finale del disco ecco lievi boati funkeggianti in I am Legion, con interessanti e stroboscopiche jammate, sempre pronte ai cambi di velocità e tempo, congedandosi infine con la secca Dead End, ove voce e chitarra chiudono un cerchio armonioso via via arricchito di soluzioni melodiche e di un’effettistica mai invasiva o fine a se stessa.

L’attesa di cinque anni è davvero valsa la pena, Dreamland è un disco fatto di emozioni, suonato e prodotto con una infinita passione, ed una cieca volontà di voler condividere l’amore per la musica: El Matador Alegre è un bellissimo esempio di qualità della scena indipendente!

Cabezon Records sito ufficiale

recensito da Poisonheart

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