In doG We Trust – Evehole

Un ruggito felino che fa alzare la polvere da quel vecchio e dimenticato hard-rock seventies, quello che non cambia mai poiché non ha necessità di cambiare, quello giocato su power-chords pulsanti e palm-mute abrasivi quando va bene: ecco come può essere descritto in maniera spiccia il secondo lavoro dei romani Evehole.
Dall’esperienza decennali (il primo embrione nasce nel 2006) il trio chitarra-basso-batteria propone un hard-rock “rallentato” con una buona dedizione alla distorsioni ed alle soluzioni fuzzose, anche grazie al dinamismo della chitarra di Nat Ridente, la cui voce da rocker consumato non fa che inspessire un sound grezzo, secco e tirato. La sezione ritmica è a cura di Luigi Di Pellegrino (cofondatore degli Evehole con Ridente) e di Francesca Bruno, nuova entrata dal 2015, le cui doti al basso conferiscono una certe eleganza, specie nelle ballate meno istintive.
In doG We Trust snocciola una tagliente ironia accompagnata da una cruda e penetrante verità quotidiana, che si alimenta di aspettative e speranze che spesso vengono disattese; tuttavia non c’è tempo per l’amarezza e la nostalgia, piuttosto gli Evehole perseverano con gradevole insolenza nella loro ricerca di quella semplicità e genuinità che trova spiragli più o meno definiti in tutti i brani di questo disco. Undici tracce dal pathos rockettaro spinto, che si concedono talvolta pause dai volumi e dalle distorsioni, preferendo un approccio più nudo ed immediato; prodotto dallo stesso Nat Ridente e distribuito dalla T’higher Records di Mario Agrillo, l’album è una grande esperienza di autoproduzione che non cerca di compiacersi e né tantomeno insegue facili proseliti per gli amanti del genere. Spruzzate di fangoso grunge dal Whiskah fluttuano di tanto in tanto, come immancabile è l’atteggiamento blues di fondo, mantenendo però quella vena hard-rock in uno schema ripetitivo, ma non per questo scontato.
Evehole - In doG we TrustSe l’avvio arrembante di Brain fa presagire ad una scarica adrenalinica ad ogni brano, ben presto ci si accorge della stratificazione degli arrangiamenti e di una ricerca sonora che non vive solo di rock: molto bella la successiva Smother, specie nel gioco di volumi in uno saliscendi scontato forse, ma ben curato nella forma. I ritmi finora sostenuti (seppur in modi diversi) trovano una giusta frenata con la sagace Whatever Never, il cui intro iniziale trova una interessante amalgama tra le baritone ritmiche di basso e batteria e le trame sempre più affilate di chitarra. 
La parte centrale di In doG We Trust, approfondisce il discorso melodico che si era appena intravisto nella prime tracce; così dopo un immancabile tocco blueseggiante in Town Blues, eccomi dinanzi alla tensione cristallina di una ballata sincera e profonda -vagamente cantrelliana- come Babylon Truth. Eluse le distorsioni ed ammorbidito il cantato, si delineano interessanti alternative al bruciante hard-rock di cui gli Evehole hanno dato grande capacità di saper suonare. Torna parzialmente su binari noti Jesus don’t like, mentre in Locust il basso allaccia maglie sonore grumose e impenetrabili, nella quale la chitarra s’insinua con la caratteristica abrasività: anche in questo caso le velocità rallentano, trovando un pathos altrettanto convincente rispetto a quello delle classiche cavalcate rock.
Il prosieguo del disco rafforza quanto già sentito, così Deal with the Devil suona come una nemesi tra White Zombie ed il compianto Lemmy Kilmister; passando per la rarefatta Now comes the night, pezzo acustico con quel sapore vintage, grazie anche ad un’armonica che fa da incipit ad una ballata tanto malinconica quanto indispensabile a questo punto dell’album. Si chiude in grande stile con Dust, creando atmosfere heavy-sabbathiane -sponda Tony Iommi- e giocando con le velocità in maniera intelligente e non scontata, risultando così una fresca e degna traccia di chiusura. Nel finale la ghost-track (omaggio nostalgico agli anni ’90) che ripropone Babylon Truth in chiave più sperimentale, con un denso wah-wah che alita addosso una sorta di omaggio lisergico e dannatamente seventies come In doG We Trust.

Evehole sito ufficiale
Evehole facebook

recensito da Poisonheart

 

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