Dischord Records: molto più di un’etichetta indipendente!

I piccoli Teen Idles, primo embrione di quelli che sarebbero divenuti i Minor Threat, avevano messo da parte 900 dollari durante il loro breve periodo di attività live. Così le due menti Ian MacKaye e Jeff Nelson decisero di reinvestire quei soldi registrando e pubblicando un ep con il lascito dei Teen Idles: Minor Disturbance (1980) sarà la prima uscita della Dischord Records, la più importante e rettamente indipendente etichetta di Washington D.C..
MacKaye e Nelson pattuirono che se la prima uscita fosse piaciuta ed avesse venduto discretamente, avrebbero reinvestito la somma per una seconda uscita e così via, fedeli alla filosofia econo che band come i Minuteman stavano tramandando in tutto il sottosuolo indipendent. Henry Garfield (non ancora Henry Rollins) tuttavia, fu costretto a metterci di tasca propria per far uscire l’ep della propria band, i S.O.A . andando così a rimpinguare il catalogo Dischord con l’uscita numero 2.

Dischord Records
Come accadde per la SST, l’evoluzione della Dischord correva in parallelo all’attività dei Minor Threat, con la differenza che la ferrea gestione di MacKaye (diviso tra filosofia straight edge ed iniziative sociali) ed una scena musicale decisamente più chiusa, portò la label a dover fronteggiare difficoltà iniziali decisamente maggiori. Nonostante le 3.500 copie vendute di Out of Step (1982, unico lp dei Minor Threat) sia un risultato eccezionale, la liquidità rimaneva il grande dilemma dell’etichetta, indecisa se ristampare i cataloghi vecchi o proporre nuove band. I distributori o pagavano in ritardo o non pagavano affatto, aggravando notevolmente la situazione; senza poi dimenticare l’impossibilità di accedere ai mercati europei, nonostante il pubblico laggiù fosse molto più recettivo rispetto a quello americano. Tramite i capillari contatti di MacKaye (deus-ex-machina della scena di Washington capitale), la Dischord riuscì tramite i John Loder e i Southern Studios di Londra a stampare e distribuire nel mercato inglese tutte le uscite dal 1984 in poi: un grande colpo per una piccola label indipendente. Terminata l’esperienza Minor Threat e della prima genuina ondata hardcore, gli orizzonti della Dischord rimasero molto affini al genere che via via stava mutando in qualcosa di diverso rispetto alle premesse iniziali (e che non piaceva per niente a MacKaye), pubblicando tutta una serie di band post-hardcore sconosciute ai più, di cui cito i Dag Nasty o i Rites of Springs. Fugazi - RepeaterProprio quest’ultimi, assieme agli Embrace nella seconda metà degli anni ’80, divennero la colonna vertebrale della nuova band di Ian MacKaye, i Fugazi, che abbandonato lo stantio hardcore, promossero una musica eccezionale contaminata da influenze funk e reggae, definito malamente dai critici emo-core. Con Repeater (1991) l’etichetta ritrovò una nuova primavera, nonostante il successo del disco sia offuscato da un’altra rivoluzione generazionale che esplose nell’estremo ovest, ad Olympia vicino Seattle. Proprio il legame che unì Washington ed Olympia gioverà sia alla Dischord, che all’etichetta madre del grunge la Sub Pop Records; come ricorda Guy Picciotto dei Fugazi: «Quando andammo laggiù a Olympia, ci legammo fortemente a quella gente. E’ sempre stato un buon posto per noi»

La Dischord negli anni ha saputo rimanere fedele ai dettami do-it-yourself, svolgendo compiti che esulavano dalla musica, reinvestendo spesso piccole somme da destinare ad associazioni  per i senza tetto o per le donne vittime di maltrattamenti. Quello che fece MacKaye e la sua label per la comunità di Washington D.C. non ha eguali; la Dischord era una comune i cui principi non erano diversi da quelli hippie degli anni sessanta. Come non citare la Dischord House, che, oltre ad essere il quartier generale della label, divenne anche un alloggio per le giovani band che in tour non sapevano dove altro andare, o gli Inner Ear Studios, ad Arlington (sobborgo di Washington) ove venivano registrati (sotto la supervisione di Don Zientara, altro guru della scena) gran parte dei lavori dell’etichetta.
Nonostante oggi la scena indipendente non abbia più quella forza centrifuga per uscire dai sobborghi locali, complice anche nuovi formati di distribuzione digitale della musica, la Dischord Records e Ian MacKaye continuano nel loro encomiabile lavoro di salvaguardia della scena e di sostegno a chi non ha voce per farsi sentire. Unica!

Dischord Records sito ufficiale

La Firma: Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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