Black Sheep Electro Music – Bottegasonora

Non mi stancherò mai di ripetere ai rockettari simpatizzanti di questo spazio web, che la musica va ascoltata e apprezzata a tutto tondo. Ed in questo caso più di una lode va assegnata, ad un progetto sonoro che poggia in primis sull’autodeterminazione e sull’autentica indipendenza nello stile e nella produzione. In secondo luogo, mi ha colpito la scrupolosa disamina sociopatica sull’esistenza e sulla morte, senza chitarre ruggenti o batterie roboanti; solo chi si può permettere un ottima cultura musicale, tanto da scomodare maestri del calibro di Saint Saëns e Listz, può reggere un concept metempsicotico dall’alto tasso di onirismo ed oscurità. Ecco quindi, Bottegasonora, suburbano alter-ego musicale di Luca Ricatti, che nulla ha da spartire con velleità estemporanee da elettronica fai-da-te o con subdole smanie da ballroom o da luci al led. Il succo è ben più denso …

Black Sheep Electro Music è un viaggio dantesco dalle palpitazioni digitali, che nasconde sottopelle un disagio metropolitano dal languido sapore tardo-medioevale. Bottegasonora riprende gli studi a tema della Danza Macabra del sopracitato Camille Saint Saëns, non la rielabora banalmente in chiave moderna, va ben oltre;  ne scoperchia l’essenza, cercando la chiave di volta per svelare il volto della morte nel 21esimo secolo, un volto deturpato dal minimalismo e dalla solitudine sociale.
Un album autocostruito come la maggior parte dei softwares utilizzati da questo menestrello digitale, che sorprende per intensità, tatto: rivolta con indelebile convinzione il clichè di una presunta freddezza della musica elettronica, e la modella come materia organica vivente. Lo stonato paragone con la “Centrale Elettrica” dei maestri di Düsseldorf non regge, se non ad un ascolto forzato e distratto. Bottegasonora sapientemente dosa armonia e forza, mescola ingredienti folk alle più avveneristiche tecnologia, spreme l’agrume della follia e lo getta nell’oblio della solitudine!

Danza Macabra, non a caso, apre le porte di una cripta celebrale nel quale non sono le voci di spettri ad intimorire l’anima, ma il sortilegio dell’ugola gregoriana che intona un dies irae per esorcizzare un apocalisse nucleare. Armonia romantica e decadenza virtuale in un soffocante abbraccio di buon gusto, sublime per ricercatezza e per spessore. Per i profani è la prova principe che dimostra come nella musica elettronica (e non musica da disco, per dio!) ci sia sudore e passione, sperimentazione mirata: la casualità lasciamola a quelli che si fanno chiamare truzzi!

E non è tutto.  Dopo la parentesi vagamente house da Daft Punk di Skeleton Dance, paranormale trip intermittente che fruga nei ricordi; si passa alla più consistente Black Sheeps che si affilia ad un elettro-pop mescalinico per raccontare una favola alla Fedro, o meglio tre episodi allegorici che rispecchiano con ineffabile perspicacia la società moderna. Sotto la lente di una bigoterria quasi medioevale, “l’estraneo”, “il diverso”, “il controcorrente” prendono le sembianze di martiri, di capri espiatori a fronte di una massa compatta nella propria cecità.
Da segnalare Fear per l’effimero gioco d’effetti e Morality, ballata urbana che sovverte i sentimenti e la grottesca farsa di certe convenzioni amorose tra individui: «La moralità è un guardiano dentro i miei pantaloni» e questo dice tutto.

Si chiude un classico di Listz e non solo:  Totentanz è la conferma dello spessore di un artista che si pone con piglio diverso, non si nasconde sotto rime, sonetti o frasi ad effetto, ma brucia con tutta la sua forza in un impeto di suono, di palpitazione, di verità cupa e dannatamente pura.
Esorcizzare la morte non è mai stato così piacevole!

 Bottegasonora sito ufficiale
Bottegasonora myspace
Bottegasonora Lastfm

recensito da Gus
 

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Una risposta a “Black Sheep Electro Music – Bottegasonora”

  1. Bella recensione! Ho sentito il disco e devo dire che merita, molto simpatico oltreché intelligente.

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