Animalia – Lichties

Dietro ad ogni grande progetto c’è spesso una dimensione intellettuale pronta a comunicare un qualsivoglia malessere dell’animo, o più in generale, un monito verso un cammino evolutivo che arranca tra tecnologia e solitudine. I Lichties utilizzano la metafora “animale” per motivare il loro messaggio: Animalia è lo specchio della civiltà, ed in essa sono annegati tutti i vizi, i peccati veniali, gli scheletri, le giustificazioni; tutto miscelato sotto forma di un plastic-pop meccanico con zuccherosi beat da disco anni ’80.
Un trio che cerca senza memoria un personale centro di gravità permanente, suonando strumenti alchemici nel bel mezzo di una giungla di silicone: i synth raffreddati di Marco Cacciati sbattono contro il muro sonoro isterico delle chitarre di Gabriele Azzalin, a mitigare questa dicotomica armonia ci pensa il basso di Francesco Rovere, il resto è beat-box.
Una musica metafisica, divisa tra vibrazioni elettroniche e fraseggi più canonicamente underground, nel mezzo sperperano invece le influenze più disparate, dalla wave artefatta, a briciole lo-fi, passando per un trip-pop ad alto contenuto di anfetamina.
Ogni Animale è la cellula principe del Lichties-pensiero. Lucido cinismo espresso tramite sentenze senza scrupoli: eppure è tutto vero. Il ritmo chimico di metà anni ’90 (prendete i Bluvertigo meno egocentrici e fateli girare al contrario!) attecchisce l’udito, ammaestrandolo in una gommosa mimica alla ricerca di un essenza più tangibile di quella studiata dall’essenza “animale”. Forse leziosi, sicuramente deleteri e distopici, e con un messaggio in codice elusivo:«Fare formalità di canzone».
Il resto dell’ep scorre in maniera più vivace ma ugualmente provocatoria, invocando una Morte Fashion per abbattere la noia di un esistenza standardizzata verso regole comuni e popolari. Oppure riflettendo sulla valenza dell’amore (altro tema dominante nell’opera della band, vedasi Capitalism Kills Love) contraddittoriamente spezzato dalla mancanza di comunicazione, linfa vitale della società odierna fatta di tubi catodici impiantati nel lobo temporale.
Più evocativa, schizofrenica è la traccia di chiusura, Tacchi a Spillo, nel quale il gioco di ruoli sposta l’attenzione sulla perdita d’identità che annichilisce l’animo umano.
Un disco con livida speranza … più umano di qualsiasi altro ep!

 

contatti:
Litchies site
Lichties myspace
Lichties facebook
NewModelLabel ‘s site

 

recensito da Poisonheart
Poisonheart hearofglass

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