Coso EP – Coso

Nonostante sia per il bene comune, necessario e biologico guardare nell’orticello di casa propria o al massimo a quello del vicino più adiacente, è quantomeno curioso andare a sentire cosa succede nel resto del mondo. Almeno musicalmente parlando. Ecco, quindi l’eccezione, probabilmente unica e rara, di raccontare di un album non made-in-italy, prodotto in Argentina, da parte di una band che mescola influenze che definire sperimentali è quasi un eufemismo. I Coso (o come direbbe loro Lo Coso) sono un trio composto da Javier Areal Vélez, Florencia Curci e Leonello Zambón, che s’arrampica sul grattacielo di vetro del re senza mai scivolare, e lo fa con una dose letale di feedback, di ispirazioni, di suoni rubati e presi in prestito. Se oggi sono arrivati sin qui, superando l’Atlantico e l’indifferenza malata da mainstream, il merito va ai buontemponi della Haveyousaidmidi?, che li hanno scovati e fatti conoscere all’Italia vestita di MIDI.

Non mi dilungherò molto i panegirici di costipazione, vi basti sapere che i Coso prendono spunto da quella N.Y. anni ottanta deturpata e ricca d’arte, d’idee e di voglia di fare, quella che faceva invidia a L.A. e Londra. Quella della no-wave di Lydia Lunch e i suoi Teenage Jesus, e prima della preistoria di Richard Hell; e c’è di più! Un sound cosmopolita come unico filo conduttore di questo ep, che condensa quanto detto con la follia berlinese degli Einstürzende Neubauten, passando per l’arte revisionista di John Cage. Questo vi serva da lezione contro i vostri preconcetti di qualunquismo e di superficialità: l’Argentina non è solo tango, ma questo lo sapevamo già! Le prime due tracce, pp untitled e pp1 rievocano il “turbine” sonico che lascia senza orientamento: suoni deframmentati che corrono su assi di legno scricchiolanti che ad ogni passo si rischia di cadere giù. Il loro concetto di sperimentazione è ben radicato, scorre nelle vene come un sangue nobiliare dal gusto radioattivo. Control Alt ricorda molto da vicino i DEVO per il suo martellare distorto e per niente armonico, Reset Temptation pigia sul delay e sul distorsore come un ubriaco nel bel mezzo di una rissa, traballa, ma resta in piedi e non sente dolore!
Nebulosa da argonauti, il mare è calmo e l’orizzonte è piegato su se stesso, come navigare in stringhe informatiche binarie: pp8 è il congedo al pubblico.

Un ep rarefatto, fuori dal comune e da ogni tempo. Non facile e non apprezzabile nell’immediato … ma salutare, come un aerosol di nitroglicerina! Ottimo per gli affamati di nuove sonorità …

 Coso myspace
HYSM? sito ufficiale

recensito da Poisonheart

 

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