Somber Light (Ep) – Somber Light

C’era una volta il rock psichedelico. C’era una volta il rock da stadio. Oggi c’è l’indie-rock. Gulp!
Termine usato ed abusato da discografici e superficiali dj  divisi tra televisione e radio: si chiama identificazione band-prodotto. Un vecchio giochetto in voga sin dalla fine degli anni sessanta, un giochetto più di stile che di musica, per essere più precisi. Eppure un lustro fa in pochi conoscevano l’appellativo indie; ahimè queste sono le leggi del mercato, inutile stare a disquisire. Tuttavia una domanda sorge spontanea: ma la consistenza di un gruppo si basa dalla sua attitudine all’indie?
No, almeno non in questo caso … 

Somber LightI Somber Light vengono dalla provincia di Verona, nel quale nemmeno i più attenti archeologi hanno rinvenuto resti o indizi di una micro-sotterranea-scena musicale locale. Avvolti in un deserto di indifferenza questi tre giovani ragazzi, con una voglia malata di trasmettere la loro passione per il rock, continuano imperterriti nel loro obiettivo e, nonostante qualche incidente di percorso, registrano nel 2009 l’omonimo ep con 4 tracce tirate e d’impatto. Sarebbe stato più semplice prendere un bel riff di chitarra e spiaccicarsi sopra un anonimo giro di basso e di batteria, senza spremersi troppo le meningi trovare un testo orecchiabile cosparso di banalità. Ed invece no, i Somber Light intraprendono una strada musicale tortuosa e senza appeal per le masse, gettandosi nell’oblio di lunghi ed intensi dialoghi tra i vari strumenti, alla ricerca di un alchimia che a tratti riesce perfetta!
Un sound assolutamente personale e libero da interpretazioni, ove trovano posto in sala lampanti reminiscenze di Sonic Youth (ovvia allusione!), e tracce meno evidenti di un’oscura wave crepuscolare alla Jesus and the Mary Chain e perché no, un pizzico di irruenza alla Dinosaur Jr (senza le scorribande spacca-timpani di J Mascis). Apre l’ep Destroy, ed almeno nei primi secondi si assiste ad un soliloquio grezzo e scarno che prepara il terreno per un rock lento e meditativo nel quale la chitarra si esprime con urla e sospiri graffianti in riff semplici e barocchi. L’approccio essenziale è imprescindibile, lega alla perfezione e garantisce un sound corposo, nel quale la voce a volte non è essenziale. Sara/Red è forse il brano più completo, nel quale la torta sonora è gustosa e se ne richiede subito un’altra fetta. La batteria non assume mai atteggiamenti punk, mantiene il suo timbro regolare; il basso è un guanto che avvolge a se una chitarra che si lascia sedurre, senza mai compromettersi.

Two different will cross cach other è l’appiccicoso gommoso rock acido, un funk infangato e maleodorante che colpisce per la sua incisiva doppia veste melodico-sperimentale nel quale l’abuso  di flanger e delay  avvolge il brano di una rarefatta nebbia pseudo-noise. Il cantato completamente assente esalta il risiko tra chitarra, basso e batteria.
Free Time è una ballata deviata che profuma di Billy Corgan, un rock nostalgico e puerile che convince e regge il paragone. Da perfezionare la voce, ma esistono ugole ben più peggiori!      

E’ vero, in sole 4 tracce non è facile capire appieno ed apprezzare la profondità di un progetto musicale autentico: non si tratta di un banale gioco, Somber Light è un ep dignitoso che non annoia come accade per certi esperimenti indie ricolmi di false promesse. C’è da aggiustare qualcosina, ma le premesse per un buon prossimo disco ci sono tutte. Un piccolo consiglio: osate di più ragazzi, la sperimentazione più disinibita appaga sempre … Thurston Moore insegna !!!


 Somber Light myspace


recensito da Poisonheart
 

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.